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La nuova riforma scolastica del Ministro Valditara offre una chiara visione dell’idea di società e cultura italiana su cui si basa. Per questo motivo, ha acceso la discussione dentro e fuori il Parlamento. Sono molti i punti di dibattito, tra cui la valorizzazione della musica a scuola fin dalle elementari.
Come cambia la scuola? Le novità della riforma Valditara
Da anni il mondo della scuola italiana vive di continue sperimentazioni e riforme, spesso fonte di proteste. Per esempio, il movimento studentesco dell’Onda Anomala nel 2008 ha manifestato assieme al personale scolastico contro i tagli della riforma Gelmini. Più avanti, nel 2015, il dibattito si è riacceso sulla “Buona Scuola“, ovvero la Riforma voluta dal Governo Renzi, accusata di aziendalizzare il sistema scolastico. Nel frattempo, non sono mancati ulteriori modificazioni meno organiche. Tra queste, vanno ricordate riforme recenti come l’eliminazione della terza prova di maturità o la creazione del liceo del Made in Italy.
Ad oggi, l’ultima novità sembra essere la riforma voluta da Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito del Governo Meloni. Sui dettagli di questa trasformazione della scuola italiana ci sono ancora molti punti oscuri. Tuttavia, le anticipazioni emerse hanno già acceso aspri dibattiti. Alcune delle novità più discusse tra quelle che potrebbero arrivare sono:
- la valorizzazione della musica a scuola, fin dalla primaria;
- l’introduzione dello studio della Bibbia nella scuola primaria;
- l’aggiunta di ore di latino curricolari non obbligatorie alle scuole medie;
- la valorizzazione della letteratura e della grammatica italiana e l’insegnamento di poesie a memoria;
- lo studio della storia focalizzato sull’Italia e l’Occidente;
- l’eliminazione della geostoria.
La valorizzazione della musica a scuola
Come anticipato, tra le novità introdotte dalla riforma compare la valorizzazione della musica a scuola. La maggiore attenzione posta sulla musica a scuola permette di riconoscere il valore educativo di questa disciplina. In questo modo, le nuove generazioni potranno avvicinasi più facilmente all’ascolto critico della musica. Inoltre, – dichiara Valditara – questa riforma ha lo scopo di favorire la creatività e l’espressione artistica di studentesse e studenti, all’interno di un più ampio piano di valorizzazione delle discipline artistiche.
In più, com’è noto, lo studio della musica porta a molteplici vantaggi per chi lo svolge. In primo luogo, è fortemente interconnesso con lo studio della logica matematica e lo sviluppo di migliori abilità linguistiche. Parallelamente, favorisce anche il potenziamento di memoria e concentrazione.
Tra i sostenitori della valorizzazione della musica a scuola si è schierato Uto Ughi, annoverato tra i massimi esponenti della scuola violinistica italiana. Con attenzione particolare alla musica classica, egli sottolinea il ruolo dell’educazione musicale nella più ampia comprensione della Storia. Di conseguenza, auspica un approccio integrato tra storia, letteratura, arte e musica a scuola. Inoltre, evidenzia la necessità di affidare l’insegnamento della musica a docenti musicist*, per evitare dilettantismi.
Le reazioni alla riforma, tra sostegno e critiche
La valorizzazione della musica a scuola è sicuramente un fattore positivo per lo sviluppo non solo culturale degli individui. Tuttavia, la riforma scolastica presentata da Valditara sta raccogliendo molteplici critiche.
Diverse associazioni studentesche e universitarie vedono nella riforma una svolta nazionalistica dell’istruzione italiana. A tal proposito, condannano per esempio l’eliminazione della geostoria, festeggiata invece da chi auspica che questo si trasformi in una maggiore attenzione alla disciplina geografica. L’eliminazione di questa materia e parallelamente l’introduzione dello studio della storia italiana e occidentale in senso stretto pongono alle voci critiche dei dubbi sul futuro della geografia.
Allo stesso modo, crea diversi interrogativi l’anticipata introduzione dello studio della Bibbia nella scuola primaria. L’influenza di questo testo in discipline come l’arte e la letteratura è innegabile. Tuttavia, alla luce della paventata svolta nazionalistica, tale studio appare più come l’introduzione di un’impostazione religiosa nella scuola pubblica. Attualmente, l’ora settimanale di religione nelle suole è facoltativa e comunque criticata.
Infine, va considerato che la stessa riforma di Valditara arriva dopo un’altra decisione che ha messo in difficoltà il mondo della scuola. Il Decreto-legge n. 1 del 16 gennaio 2025 ha infatti disposto misure per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche per l’anno 2025/2026.
Foto di MART PRODUCTION
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