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Lunedì 18 dicembre al Teatro Fonderia Aperta di Verona si è svolto il terzo simposio della Fondazione Centro Studi Doc per interrogarsi e confrontarsi sul tema della generazione Z e il senso del lavoro all’interno del contesto culturale, creativo e digitale.

Scarica la locandina del simposio.

Il terzo simposio sulla Generazione Z dedicato a Nicola Tommasoli

La Fondazione Centro Studi Doc ha organizzato il terzo simposio con il patrocinio del Comune di Verona e con il supporto di #DemocratizingWork Italia.

Il pomeriggio è stato dedicato a Nicola Tommasoli, a 15 anni dal suo assassinio, una memoria celebrata attraverso la visione di un cortometraggio, “Pizza!”, realizzato da Filippo Tommasoli, cugino di Nicola. Un progetto collettivo, voluto da 70 professionisti dello spettacolo, sostenuto da Produzioni dal basso, che ha ricevuto molti consensi e oltre venti premi e riconoscimenti. Un lavoro che si pone l’obiettivo di riflettere sul valore della scelta e del prendere posizione. Un progetto ricco di tematiche vicine alle priorità della Generazione Z, tra i quali i diritti dei lavoratori, argomento con il quale si è aperto il simposio.

La presidente Chiara Chiappa, presidente della Fondazione Centro Studi Doc, ha aperto i saluti istituzionali ricordando l’art.36 della nostra Costituzione e sottolineando che alle nuove generazioni bisogna lasciare “il diritto della scelta del lavoro, della qualità del lavoro, un lavoro dignitoso”.

Un tema ripreso anche da Giovanna Barni, presidente Legacoop CulturMedia, che ha sottolineato come questi siano “Temi di urgenza, opportunità. I giovani hanno davanti a loro grandi potenzialità e capacità di affrontare nuove professioni creative e digitali con maggior consapevolezza e scelta”.

Simona Brunetti, presidente del Collegio didattico di Scienze della Comunicazione dell’Università di Verona, ha sottolineato che le università vogliono essere sempre più “dinamiche e in connessione con realtà imprenditoriali aperte a permettere ai nostri studenti e studentesse di entrare nel mondo del lavoro in modo dignitoso”.

Un approccio, che a livello territoriale, il comune di Verona vuole mettere in pratica, come ha confermato Marta Ugolini, assessora alla Cultura, Turimo, Rapporti con l’Unesco del Comune di Verona. “A volte nella cultura si arriva a cose fatte, e più bravi sono gli artisti più passa l’idea che è tutto spontaneo, senza grossi sforzi alle spalle. Questo deve cambiare, da assessora vedo sempre di più quello che c’è dietro e tutto questo va raccontato e va portato anche alle fasce di popolazione abituati a linguaggi diversi”.

simposio sulla generazione z

Il senso del lavoro creativo, culturale e digitale

La prima tavola rotonda dal titolo “Il senso del lavoro creativo, culturale e digitale” si è aperta con l’esposizione di una ricerca realizzata da Silvia Sacchetti, professoressa di Economia Politica al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale per l’Università di Trento. La professoressa ha descritto il rapporto con il lavoro di musicisti che svolgono anche la professioni di insegnanti.

A seguire gli interventi di Silvia Teodosi, Filippo Tommasoli ed Elena Zecchin hanno descritto cosa significa essere rispettivamente game designer, fotografo e video maker e artista.

Silvia Teodosi, game designer di Power Up Team, ha raccontato la sua esperienza come donna, in un mondo molto maschile: “Ho superato ogni timore e sono andata avanti, fino ad arrivare a oggi, con un team di professioni molto diverse tra loro, stimolanti”.

Fare più lavori, il compromesso tra fare ciò che piace e quello che invece dà stabilità, è questa la vera sfida, quotidiana, come ha sottolineato Filippo Tommasoli, fotografo e videomaker: “L’attivismo sociale e politico è molto importante con me e ho deciso di unirlo al mio lavoro. Una scelta difficile, che continuo a fare”.

Elena Zecchin, artista e attivista della Generazione Z ha raccontato come il suo percorso di ricerca artistica si sia intrecciato all’attivismo sulla crisi climatica. Questo ha portato all’opera “La nostra Rabbia è energia rinnovabile” scelta come opera messaggio per le manifestazioni climatiche. “Dopo una ricerca di 4 anni ho capito cosa voglio comunicare: la speranza. La mia generazione è catastrofista ed è difficile far passare questo messaggio. I mestieri creativi saranno importantissimi per cambiare i paradigmi, la crisi climatica è una crisi della cultura, e pertanto dell’immaginazione”.

Ha chiuso la tavola rotonda Demetrio Chiappa, presidente di Rete Doc, affermando che “Le nuove generazioni sono collaborative per natura. Per questo ora voglio dare la priorità all’ascolto”.

simposio sulla generazione z

Giovani e mondo del lavoro, un incrocio difficile

Francesca Contolini, consulente del lavoro Studio METIS, ha aperto la seconda tavola rotonda sottolineando la criticità dei giovani nell’entrare nel mondo del lavoro. In Italia, non solo il tasso di NEET è pari al 25,1%, ma da gennaio a dicembre del 2022, il 44% dei nuovi iscritti all’AIRE è rappresentato da giovani tra i 18 e 34 anni.

Ha proseguito su questa traccia, Paola Busti, Servizio Politiche del Lavoro Comune di Verona, sottolineando che il 48% di chi si rivolge al loro servizio è under 35. Nei giovani tra i 18 e 24 anni per il 70% femmine. Nel 29% dei casi sono persone che hanno avuto un rapporto con l’istruzione problematico, solo l’8% laureato. A livello di cittadinanza, invece il 57% ha cittadinanza italiana, il 24% è cittadino europeo e 36% non UE.

Allo stesso tempo, però, siamo davanti a un cambio di paradigma, “Dal lavoro come fine al lavoro come mezzo”, come spiega Sofia Modenese, presidente di Yanez! Verona in cui il lavoro diventa uno strumento “di partecipazione attiva, per rispondere alle sfide di precarietà, mancanza di tutele, insicurezza, isolamento, rischio di resa”.

Il tema dell’incrocio del mondo del lavoro e i giovani è al centro delle attività di UDU Verona, come ha confermato lo studente Adrian Nirca che   descrive il paradosso dello “studente lavoratore” costretto a lavorare per potersi mantenere gli studi ma che così vede ridursi il tempo per vivere le relazioni che si hanno in un percorso universitario, rendendo il percorso sempre più individuale e isolato”.

Ha chiuso il tavolo Raffaello Fasoli, segretario confederale CGIL Verona riconoscendo che “Prima di parlare dei giovani bisogna conoscerli e per farlo si devono incontrare. Anche i sindacati in questo hanno un bel lavoro da fare”, cambiando anche l’approccio linguistico e mettendosi in una posizione di ascolto.

La tavola rotonda è stata chiusa dalle testimonianze in video di Jasmine Jas Abdelgeil, Davide Mezzaqui, Osusmuede Aigbe, Lucia Pianta, Samuele Betocchi, Simone Bertanza, Pravin Rajapaska, Oihane Amurrio. Persone della Generazione Z che lavorano nel mondo culturale, creativo e digitale.

simposio sulla generazione z

Un confronto su forme di aggregazione, associazione e autoimprenditorialità chiude il simposio sulla Generazione Z e il lavoro

Con questi stimoli si è aperta la terza tavola con Andrea Minetto, docente e manager culturale che ha posto l’attenzione sul tema dell’aggregazione e sottolineando l’importanza di percorsi formativi adeguati.

Su questa linea ha proseguito Fabio Fila, RSPP e responsabile formazione Rete Doc, riconoscendo che “La formazione è uno degli strumenti più potenti nell’ambito del ricambio generazionale”. Anche per questo “Rete Doc ha fatto una scelta chiara: creare un centro di formazione interno, prevalentemente dedicato alla sicurezza sul lavoro, per mettere a fattor comune le competenze acquisite in oltre 20 anni di attività”. Con numeri davvero importanti: dal 2015 14.000 partecipanti, per 11.000 ore di formazione in 1.000 corsi di formazione e un indice infortunistico ridotto del 39%. La forza di questo modello sono “i valori e i principi cooperativi”.

Cooperazione, partecipazione attiva e rete sono le parole chiave anche per un l’associazione Eclettica, nata come una pagina Instagram, diventata poi “qualcosa di fisico”, come ha raccontato Monica Simeoni, cofondatrice dell’Associazione. “Abbiamo uno spazio, che è sia mentale che fisico. Un posto dove facciamo corsi, gruppi di lettura, organizziamo eventi, mostre. Ognuno mette il suo”.

A chiudere la tavola rotonda Jacopo Buffolo, assessore Polotiche giovanili e di partecipazione, Pari Opportunità, Innovazione, Memoria Storica e Diritti Umani del Comune di Verona, con un esempio della necessità dei giovani di rendersi partecipi del percorso di riappropriazione di spazi per creare comunità: “Servono sempre più luoghi per poter dare spazi di espressione e aggregazione il più ibridi possibile a livello di partecipazione”.

Punti di vista differenti, quelli emersi durante il simposio, con una forte esigenza generazionale di riconoscimento. Ciò che ritorna, come ha sottolineato Francesca Martinelli, direttrice della Fondazione e moderatrice dell’evento, è che “proprio perché c’è una continuità, l’invito è di portare a casa una solidarietà transgenerazionale. Essere più accoglienti, dei più grandi e dei più giovani, portando avanti l’attenzione alla persona, che ritorna come elemento fondamentale non solo del movimento cooperativo. Una visione collettiva all’interno della quale trovano un posto i singoli”.

simposio sulla generazione z

Foto e supporto scrittura testi: Aldo Macchi di Arco – L’Arte di collaborare.


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