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Il trattamento integrativo riduce l’IRPEF per lavoratori dipendenti e assimilati fino a 1.200 €, migliorando lo stipendio netto. È una misura automatica, ma bisogna prestare attenzione alle soglie di reddito.

Che cos’è il trattamento integrativo per i lavoratori dipendenti

Il trattamento integrativo è un beneficio erogato dallo Stato ai lavoratori dipendenti, nonché ad alcune categorie di lavoratori assimilati, al fine di ridurre la pressione fiscale e aumentare lo stipendio netto annuale fino a 1.200 euro. Questo contributo sostituisce il precedente “bonus Renzi” a partire dalla metà del 2020, offrendo importi maggiori per alcune fasce di reddito.

L’importo del trattamento integrativo varia in base al reddito complessivo annuo:

  • Per redditi fino a 15.000 euro, viene riconosciuto il trattamento integrativo in misura piena.
  • Per redditi da 15.001 a 28.000 euro, è possibile percepire il contributo in maniera parziale, ridotto in base alle regole stabilite.
  • Oltre i 28.000 euro di reddito, non è previsto alcun trattamento integrativo, ma sono applicate detrazioni che riducono l’IRPEF da pagare.

Come funziona

Questo beneficio non richiede una richiesta separata o un’autocertificazione, ma viene erogato automaticamente dal datore di lavoro e appare nella busta paga mensile. Tuttavia, è importante prestare attenzione alle soglie di reddito, poiché superarle potrebbe comportare il conguaglio fiscale, con l’obbligo di restituire gli importi erroneamente percepiti.

Il trattamento integrativo si aggiunge ad altre detrazioni sull’IRPEF, come i carichi di famiglia, le detrazioni da lavoro dipendente e altre spese deducibili. Se la somma di tutte queste detrazioni non copre l’intero ammontare dell’IRPEF da pagare, il trattamento integrativo contribuisce a ridurre l’imposta, fino a un massimo di 1.200 euro.

Le somme ricevute come trattamento integrativo saranno indicate nella Certificazione Unica (CU) e quindi nel modello 730 per la dichiarazione dei redditi. È importante notare che questi importi non sono tassati e non sono soggetti a imposte aggiuntive, garantendo così un beneficio netto per i lavoratori. Tuttavia, è essenziale tenere presente che l’importo del trattamento integrativo può variare nella busta paga mensile in base al numero di giorni lavorati nel mese.

 


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