Condividi

Tempo di lettura: 2 minuti

Il 18 aprile 2024, l’Università di Verona ha ospitato l’incontro “Il lavoro e le sue qualità”, sulle dinamiche e la qualità del lavoro.

Una giornata internazionale di studi sulla qualità del lavoro

In data 18 aprile 2024, l’Università degli Studi di Verona ha ospitato l’incontro “Il lavoro e le sue qualità“. L’evento è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane, assieme a Inapp e al centro di ricerca di interateneo RE-Work. Di conseguenza, gli interventi di Giorgio Gosetti, Professore Associato all’Università di Verona e responsabile scientifico del centro studi Re-Work, e Tiziana Canal, Ricercatrice INAPP per la Struttura Lavoro e Professioni, hanno introdotto e concluso la conferenza sulla qualità del lavoro.

In questa occasione, si sono susseguiti molteplici contributi di studiosi e studiose oltre che di persone addette ai lavori. Grazie a loro il pubblico in sala ha potuto riflettere sui mutamenti internazionali, che stanno coinvolgendo i modelli regolativi e organizzativi e i contenuti delle attività lavorative. In particolare, tra questi cambiamenti troviamo l’innovazione tecnologica e digitale.

A causa di questo processo, il lavoro come lo abbiamo sempre conosciuto sta infatti evolvendo. Da una parte, all’interno del mercato del lavoro aumenta la polarizzazione tra impieghi ad alta e bassa qualità del lavoro. Dall’altra parte, emergono forme di lavoro ibrido, che combinano il lavoro in sede con quello da remoto. In questo modo, muta il tradizionale impianto taylor-fordista del lavoro, attraverso la definizione di nuovi confini spaziali, temporali e contenutistici. Per farla breve, oggi siamo dunque all’interno del millennio “dei lavori”: da questa pluralizzazione dei lavori arriva l’urgenza di discutere di qualità del lavoro e della vita lavorativa.

Le tavole rotonde sulla qualità del lavoro

L’incontro ha visto il susseguirsi di due tavole rotonde sulla qualità del lavoro. Nella prima sono state presentate indagini e casi studio in grado di raccontare i cambiamenti in atto attraverso le evidenze empiriche. Coordinati da Massimo De Minicis (Inapp), hanno qui parlato Annarosa Pesole (ILO), Matteo Sostero (Eurofound) e Alessandro Somai (Extreme). Successivamente, la seconda tavola rotonda si è avvalsa di contributi interdisciplinari per interpretare i processi attuali. Nello specifico, sotto il coordinamento di Anna Carreri, ricercatrice all’Università di Verona e coordinatrice e co-fondatrice di RE-WOrk, è stato possibile ascoltare gli interventi di Maria Enrica Virgillito, economista presso la Scuola Superiore Sant’Anna, e Alberto Mattei, giuslavorista, e Ilaria Possenti, filosofa, entrambi dell’Università di Verona.

Ѐ possibile scaricare a questo link sul sito dell’Inapp le slide utilizzate durante la conferenza sulla qualità del lavoro.

Le dimensioni della qualità del lavoro

La radice comune da cui partivano gli interventi presentati alla conferenza risale gli studi compiuti negli anni ’80 del Novecento da Luciano Gallino e Michele La Rosa. Grazie a loro, le analisi successive hanno potuto definire cinque dimensioni necessarie per valutare la qualità del lavoro:

  1. Dimensione ergonomica, relativa all’ambiente sociale di lavoro, salute e sicurezza, tempi di lavoro e work/life balance;
  2. Complessità, intesa come mobilità di carriera, skills development e skills-mismatch e motivazioni/aspirazioni;
  3. Autonomia, ovvero il grado di autonomia lavorativa, la varietà e l’intensità del lavoro;
  4. Controllo, ovvero la possibilità di proporre e modificare le attività lavorative, la gestione del lavoro e in generale la partecipazione alle decisioni;
  5. Dimensione economica, quale l’adeguatezza della retribuzione, la job security e la sicurezza economica.

In questo modo, gli studi attuali possono osservare la qualità del lavoro sia partendo dal punto di vista dei lavoratori e delle lavoratrici sia delle aziende locali. In altre parole, queste dimensioni permettono di comprendere i livelli di benessere sul lavoro delle persone occupate. Contemporaneamente, analizzano anche i diversi modelli organizzativi delle imprese e come essi influenzano la qualità del lavoro dei e delle dipendenti.


Condividi