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Il Parlamento Europeo ha adottato nuove norme per migliorare le condizioni di dignità, protezione e diritti del lavoro su piattaforma.

Il lungo dibattito sul lavoro su piattaforma

A causa dello sviluppo di sempre più piattaforme digitali, sono in aumento anche quanti e quante lavorano in queste realtà. Nel 2021, uno studio della Commissione Europea ha infatti rilevato l’esistenza di oltre 500 piattaforme di lavoro digitali attive sul territorio europeo con oltre 28 milioni di dipendenti. Di conseguenza, da alcuni anni è ormai scoppiato il dibattito sulle condizioni lavorative di riders e, in generale, lavoratori e lavoratrici delle piattaforme. Formalmente indipendenti, lamentano infatti il mancato riconoscimento di quello che, nei fatti, è un rapporto di subordinazione. In altre parole, il pagamento più diffuso in questi contesti è quello a cottimo di “collaborazioni occasionali” o “partita IVA”.

La Fondazione Centro Studi Doc sostiene da sempre la necessità di considerare e tutelare come lavoro subordinato il lavoro etero-organizzato da piattaforma. Al tal proposito, va ricordata la proposta “Tertium non datur” e soprattutto quanto stabilito in Italia dal D.lgs. 81/2015 art. 2

Delle condizioni del lavoro di piattaforma si è parlato anche al Simposio del 2022 della Fondazione Centro Studi Doc. Ѐ possibile rileggere l’intervento di Angelo Junior Avelli, rider del sindacato autonomo Delivrance Milano, a questo link.

Allo stesso modo, la situazione dei rider e dei lavoratori e delle lavoratrici di piattaforma si ripete anche negli altri paesi europei. Per questo motivo, lo scorso febbraio il Parlamento ha approvato una nuova direttiva sul tema. Con 554 favorevoli, 56 voti contrari e 24 astensioni, queste nuove norme intendono garantire migliori condizioni lavorative sulle piattaforme digitali e regolare l’uso degli algoritmi sul posto di lavoro.

Le nuove direttive europee

In aprile 2024, il Parlamento Europeo ha adottato un testo per favorire la dignità nel lavoro su piattaforma. Queste norme dovranno essere approvate anche dal Consiglio Europeo. Infine, verranno pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, concedendo agli Stati Membri due anni per integrarle nella legislazione nazionale.

In sintesi, le principali questioni affrontate dalla nuova disposizione per il lavoro su piattaforma sono:

  • introduzione della presunzione di rapporto di lavoro subordinato, contestabile dalla piattaforma con onere di prova;
  • necessità di controllo umano sulle decisioni importanti, quali allontanamenti e licenziamenti;
  • maggiore trasparenza e protezione dei dati di chi lavora tramite piattaforma digitale, come lo stato psicologico e le convinzioni personali.

 

Foto di Mart Production.


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