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Il 21 marzo Andrea Ponzoni, CEO dell’etichetta indipendente Freecom Hub, ha partecipato come esperto della Fondazione Centro Studi Doc all’audizione Musica – Verso il Primo Codice dello Spettacolo. A seguire le proposte che ha presentato durante l’incontro svoltosi a Roma al Ministero della Cultura in presenza del Sottosegretario Gianmarco Mazzi. Freecom Hub è tra i soci fondatori della Fondazione Centro Studi Doc.

Premesse alle proposte presentate all’audizione musica

Lo spettacolo e la cultura devono essere riconosciuti come beni primari ed essenziali, come la salute. La cultura come bene primario significa che deve essere vista come un investimento e non come una merce, ad esempio, utilizzata come leva per il turismo. Significa anche avere detrazioni e deduzioni fiscali, ad esempio scaricando uno spettacolo così come si scaricano le medicine.

La seconda premessa è che organizzare eventi di spettacolo deve essere semplice, vantaggioso e accessibile per tutti e tutte. Se domani un cittadino volesse organizzare un concerto nel suo bar deve sapere come fare e come farlo legalmente. In questo modo si può anche elevare quello che oggi viene definito intrattenimento a cultura. Mettere la cultura al centro può attivare un meccanismo virtuoso per sconfiggere il sommerso e per far crescere le economie del settore coinvolgendo tutti i cittadini: enti, associazioni, privati, oratori…  anche perché molti artisti iniziano il loro percorso anche come amatoriali in queste realtà.

Infine, terza premessa, per sostenere lavoratori e lavoratrici, imprese culturali e partecipazione del pubblico è necessario garantire legalità, sicurezza, semplicità di organizzazione e tracciabilità, contrastando apertamente l’enorme piaga del lavoro sommerso di cui troppo poco si parla.

Una ricerca condotta come Fondazione Centro Studi Doc nel 2019 ha infatti mostrato che solo nella musica live l’impatto del sommerso si aggira attorno a 4 miliardi di euro – si può solo immaginare i numeri se la ricerca fosse ampliata a tutto il mondo dello spettacolo. La piaga del sommerso fa sì che il settore sia poco conosciuto anche dal Governo e dalle istituzioni e va assolutamente affrontata in modo diretto.

Proposte per il Primo Codice dello Spettacolo – Audizione Musica

Le proposte presentate sono fondate sul riconoscimento dello statuto dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, come richiesto dal Parlamento europeo prima nel 2007 e ribadito il 21 novembre 2023 con la risoluzione di iniziativa legislativa adottata dal Parlamento europeo, e orientate alla riforma complessiva del sistema.

1. Sportello unico dello spettacolo su piattaforma

  • Per semplificare le procedure, rendere accessibile e semplice per chiunque organizzare eventi di spettacolo e affrontare il lavoro sommerso è necessario semplificare tutte le procedure introducendo uno sportello unico dello spettacolo su piattaforma.
  • Deve essere istituito uno sportello Unico per lo Spettacolo su piattaforma informatica open source a protocolli aperti interoperabili in cui svolgere con modalità semplificate, comprese APP e blockchain, tutte le pratiche per organizzazione di eventi. Sulla piattaforma vengono registrati tutti gli eventi di arte e spettacolo, organizzati anche da privati, da protocollare con codice identificativo unico. Lo sportello è gestito da PA e condivide tutte le informazioni della PA compreso l’INPS, Runts, Comuni italiani e Agenzia Entrate.
  • La piattaforma è anche il luogo in cui vengono registrati i Repertori delle professioni, compresi gli insegnanti di discipline artistiche, tecniche e danza, agenti, organizzatori, ingegneri e architetti di spettacolo, organizzazioni (di spettacolo, non di solo spettacolo, ibride, miste, enti pubblici o privati),accademie e scuole di discipline artistiche, con requisiti aggiornati a cura della PA e dei cittadini. Il repertorio professionale potrà stabilire tariffe professionali minime in base alle disposizioni di legge.
  • Il repertorio deve includere i luoghi di spettacolo censiti anche ai fini della organizzazione della sicurezza. Sono da censire e registrare: i luoghi di solo spettacolo e quelli non di solo spettacolo, misti o ibridi, anche occasionali o privati, compresi i live club e le scuole di discipline artistiche da considerare a tutti gli effetti come attività inerenti arte e spettacolo; e gli spettacoli su suolo pubblico.

2. Formazione specialistica

Nel mondo della musica per ogni musicista ci sono tre tecnici. Pertanto, per garantire le giuste professionalità nel settore è necessario attivare nuovi percorsi che permettano di accedere a una formazione specialistica. Devono essere istituiti anche, oltre al diploma di Laurea di Conservatorio – diplomi per chi lavora nello spettacolo, come i tecnici, anche in scuole superiori, diplomi universitari per artisti, creativi e tecnici, enti certificativi nazionali, e non solo regionali, delle professioni, garantendo il riconoscimento a livello comunitario.

3. Introdurre contratti semplificati e abrogare il comma 188 art. 1 L.296/2007.

  • Sulla piattaforma dovrebbero essere gestiti i contratti semplificati per prestazioni di spettacolo occasionali, riservati a committenti non di solo spettacolo(diversi da teatri o cinema o imprese spettacolo), per tutte le discipline artistiche, creative, di didattica o tecniche, per un importo lordo non superiore a 5.000 € in 24 mesi sia per committenti che per prestatori. Tale tipologia contrattuale può essere utilizzata dal committente per non più di 5 giorni all’anno per ogni prestatore e non è utilizzabile in appalti di servizi. I contributi previdenziali e assicurativi vanno versati al FPLS, e fanno maturare tutti i contributi relativi.
  • Viene abrogato di conseguenza il comma 188 art. 1 L.296/2007.

4. Sostegno al settore con sostegno del pubblico

Nel Codice dello Spettacolo deve esserci uno spazio dedicato anche al pubblico, perché è possibile dare sostegno al settore solo con il sostegno al pubblico.

  • Introdurre i “Live Credit” da reinvestire nello spettacolo dal vivo. Sistema cash-back di contributi a fondo perduto e/o crediti d’imposta per enti, imprese, organizzatori per ristorare costi documentati per investimenti e organizzazione di spettacoli dal vivo. Ad esempio: ristrutturazione tecnico-acustica del locale, acquisti per allestimento e realizzazione spettacolo dal vivo; acquisto servizi tecnici, servizi di sala, agenzie, pubblicità, social management, ufficio stampa, diritti; acquisto strumenti musicali, impianti luci, audio, rilevanze fonometriche. La possibilità di ristoro di costi sostenuti per spettacoli dal vivo, anche per un periodo predefinito, comporterebbe un circolo virtuoso con l’emersione di enormi somme di denaro oggi sottratte all’erario e all’Inps per lavoro nero non tracciato.
  • Bisogna anche introdurre aliquote IVA al 4% per corsi di educazione artistica e musicale, eventi culturali, di spettacolo, per strumenti musicali, dischi e altri supporti video-fonografici: misura per beni da considerare essenziali che porterebbe all’emersione di enormi economie oggi sommerse.
  • Inoltre, vanno pensate detrazioni fiscali per tutti i corsi di musica e arte da chiunque organizzati, per acquisto strumenti musicali e per spese sostenute in eventi di spettacolo e cultura acquistati telematicamente.

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