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Al Mura Festival, la Fondazione Centro Studi Doc ha dialogato con Cristina Donà, Giovanna Girardi e Beatrice Verzè sui diritti delle donne nello spettacolo.

Storytelling: l’incontro al Mura Festival sui diritti delle donne nello spettacolo

Giovedì 18 luglio, all’interno del format “Storytelling” del Mura Festival Chiara Chiappa, presidente della Fondazione Centro Studi Doc e consulente del lavoro dello spettacolo e la consigliera comunale di Verona Beatrice Verzé hanno dialogato con la cantautrice Cristina Donà sul tema  “I diritti della donna nel mondo dello spettacolo

Cristina Donà ha portato la propria esperienza di autrice, cantautrice e produttrice discografica. A seguire, ha tenuto uno spettacolo live col proprio produttore, Saverio Lanza.

A moderare l’incontro è stata la giornalista musicale Giovanna Girardi. Di conseguenza, ha iniziato la sua intervista chiedendo a Chiara Chiappa se consideri attendibili i dati sconfortanti sulla scarsissima presenza delle donne nel mercato discografico e della musica. In questo modo, ha permesso a Chiara Chiappa di ricordare che non è possibile esprimere considerazioni attendibili sui numeri delle lavoratrici e lavoratori in Italia. Bisogna infatti considerare l’enorme quantità di lavoro nero nel settore. Nello specifico, nel 2019 la ricerca “moltiplica la musica” della Fondazione calcolava con un’evasione di 4-5 miliardi l’anno. Fondamentale quindi per artisti e tecnici continuare la lotta al lavoro sommerso, per contare e anche per “ contarsi”.

La legislazione del 1947 per lo spettacolo

A seguire Chiara Chiappa ha ricordato l’istituzione dell’Enpals del 1947, con l’obbligo di certificato di agibilità prima dello spettacolo. Essa aveva infatti previsto una legislazione protettiva, atta a riconosce la straordinarietà di questo lavoro. In altre parole, è consapevole della fragilità contrattuale di artiste e artisti della discontinuità e intermittenza di un’occupazione fatta di pochi giorni on stage a fronte di molto studio.

Questa legge non solo ha istituito un ente di protezione sociale, ma ha anche definito il sistema. Dal 1947, ogni attrice, cantante, regista, musicista che lavora in un contesto economico ha diritto ad avere il versamento di contributi da parte della committenza. Di conseguenza, possono richiedere contributi per malattia, maternità o pensione a prescindere dal fatto di essere dipendenti o autonome.

Il ruolo che la legislazione del 1947 ha avuto per le donne artiste

Questa protezione sociale speciale, anche se onerosa dal punto di vista burocratico, è stata importante soprattutto per le donne. In altre parole, per scongiurare il pericolo che l’artista debba scegliere tra maternità e lavoro è stato fondamentale il riconoscimento di una indennità di maternità erogata dall’INPS a tutte le artiste con contributi per maternità versati.

Il punto di svolta del 2020

La pandemia da Covid-19 ha esacerbato le differenze di tutela tra artiste regolari, subordinate o autonome, da quelle che per passione o bisogno, accettavano lavoro nero, illegale e soprattutto sconveniente per loro.

Dalla disperazione di quel periodo sono nati parecchi movimenti per la rivendicazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Tra questi vanno ricordati attrici e attori uniti, UNITA, la musica che gira e il FAS, Forum arte spettacolo, con portavoce Paolo Fresu e Diodato. In questo modo, hanno ottenuto fondamentali vittorie. Ѐ stata così formulata una legge delega e importanti proposte di legge, come lo Statuto per il lavoro nello spettacolo. In attesa di un codice compiuto, un decreto del 2021 ha portato primi aggiornamenti. Nonostante le continue proroghe a tale codice da parte del Governo, oggi i diritti sono cresciuti e tutto il settore ha avuto un moto di emancipazione.

Beatrice Verzè è intervenuta per parlare delle attività della commissione pari opportunità del Comune di Verona e di quanta strada ancora rimanga da fare.

Esistono davvero tutele per le donne nello spettacolo?

Cristina Donà ha ricordato che grazie a Doc Servizi, di cui è socia ormai da anni, lei stessa ha potuto godere della indennità di maternità. Così ha potuto di continuare la sua professione di cantautrice senza rinunciare alla maternità.

Le tutele di cui godono artisti e artiste

Oggi artiste e artisti, tecniche e tecnici, autonomi o dipendenti assunti a tempo determinato hanno queste tutele:

    • maternità obbligatoria per 5 mesi o più con 80% della media delle retribuzioni dell’ultimo anno;
    • indennità di malattia corrisposta da INPS pari al 60%, o 80% in caso di contratti aperti o chiamate, oppure pari al 40% in caso di attività sospesa;
    • indennità di discontinuità per 1/3 dei giorni lavorati in un anno con il 60% della media delle retribuzioni percepite;
    • indennità di infortunio sul lavoro o in itinere con indennità dall’INAIL pari al 60% delle retribuzioni per i primi 90 giorni e al 75% fino a guarigione, con rimborso spese;
    • maturazione di un anno di pensione con almeno 45 giorni di lavoro in un anno, o meno se i contributi sono superiori a 25.000€ circa (stipendio medio pieno);
    • diritto alla pensione a 64 anni con 20 anni di contributi giornalieri per attori/attrici e musicist*;
    • diritto alla pensione a qualsiasi età con almeno 42,1 anni di contributi (ogni anno 46-60 giorni minimo);
    • diritto a invalidità specifica per attrici e musiciste con almeno 5 anni di contributi versati.

In più, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti godono di ulteriori protezioni:

    • paternità obbligatoria per 10 giorni per i papà con il 100% della retribuzione dell’ultimo anno;
    • congedo parentale per 6 mesi entro i 12 anni della prole;
    • in caso di disoccupazione involontaria, indennità NASPI se si hanno almeno 13 settimane di contributi (pari al 75% della media delle ultime retribuzioni, per metà del periodo lavorato e un massimo di 2 anni).

Mancano, tuttavia, ancora tante cose da fare. Sono necessari uno statuto di artisti e artiste organico, semplificazioni con piattaforma unica di gestione di tutti gli eventi con codice unico. Oltre a ciò, la Fondazione chiede anche l’ottenimento di contratti smart per occasionali, un’indennità di discontinuità adeguata come era organizzata in Francia, previsione di sicurezza di settore e di genere, diritti dei lavoratori intermittenti, sostegno per chi organizza spettacoli dal vivo, sostegno al pubblico con riduzione IVA spettacoli e esenzione IVA per insegnamento teatro e musica.

Leggi proposte della Fondazione Centro Studi Doc presentate alle audizioni per Musica, Teatro e Circo dello scorso marzo al Ministero della Cultura.


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