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Alla prima consultazione pubblica sulla “Carta della Cultura Equa” promossa dall’UNESCO, l’organizzazione ha riconosciuto il ruolo delle cooperative come portatrici di buone pratiche.

L’UNESCO e la prima consultazione pubblica sulla “Carta della cultura equa”

Martedì 6 giugno si è svolta la prima consultazione pubblica sulla “Fair Culture Chart”, la “carta della cultura equa”. Un’iniziativa promossa dall’UNESCO.

L’evento si è svolto durante la Conferenza delle Parti della Convenzione UNESCO del 2005 sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali. Hanno partecipato rappresentanti degli Stati membri dell’UNESCO, i loro punti di contatto per la Convenzione del 2005, osservatori, commissioni nazionali per l’UNESCO, ONG, OSC e organizzazioni di base di tutto il mondo per commentare la bozza della “Carta della cultura giusta”. L’incontro si è svolto a Parigi, presso la sede dell’UNESCO, e in formato digitale.

I principi del commercio equo e solidale affrontano le carenze degli standard lavorativi e le disuguaglianze a livello globale. Sebbene negli ultimi decenni siano stati ampiamente applicati in diversi settori economici, la cultura e le industrie creative troppo spesso non hanno fatto parte della discussione. Questa situazione deve cambiare.

Le disuguaglianze globali profondamente radicate, ulteriormente alimentate dalla trasformazione digitale e dalla pandemia COVID-19, sono una sfida fondamentale per i settori culturali e creativi. Una sfida evidenziata anche nel Rapporto globale sulla cultura 2022 dell’UNESCO. Ciò implica l’accesso ai mercati, alle opportunità di finanziamento, alla mobilità degli artisti e dei professionisti della cultura e alla diffusione di beni e servizi culturali nelle reti digitali.

Pertanto, ispirandosi al movimento del commercio equo e solidale, un gruppo di esperti provenienti da tutte le regioni del mondo sta attualmente elaborando una “Carta della cultura equa”, un documento di riferimento e un quadro di riferimento per un movimento che costruisce un settore culturale e creativo equo e sostenibile.

Le cooperative come alleato dell’UNESCO nella promozione di una cultura equa

Alla prima consultazione pubblica sulla “Carta della cultura equa” è stata invitata a partecipare anche la direttrice della Fondazione Centro Studi Doc Francesca Martinelli, in quanto giovane esperta UNESCO per la fair culture.

Nel suo intervento, la direttrice ha evidenziato come le cooperative possono essere alleate importanti per la cultura equa perché sono sempre state laboratori di partecipazione e innovazione. Offrono già soluzioni a molti dei problemi della cultura, mettendo al centro della loro attività la produzione culturale, le carriere sostenibili e l’accessibilità alla cultura.

In primo luogo, nei settori culturali e creativi, le cooperative offrono ai lavoratori importanti vantaggi economici, sociali e culturali. Ad esempio, attraverso la ridistribuzione della ricchezza, l’obiettivo di costruire carriere sostenibili e il sostegno a pratiche di solidarietà anziché di individualismo nelle carriere culturali. Proprio perché gli artisti e i creativi creano cooperative, non estraggono valore dal prodotto artistico (ad esempio le royalties), ma tutto è fatto per dare più valore al lavoro dell’artista o del creativo. Un esempio di questo è la cooperativa Doc Servizi, la più grande cooperativa italiana nel settore dello spettacolo con circa 7.000 soci. Grazie a questa cooperativa, gli artisti hanno accesso a migliori condizioni di lavoro, a nuove opportunità di impiego e combattono il lavoro sommerso.

Inoltre, le cooperative implementano modelli economici alternativi ai sistemi e alle imprese tradizionali del settore culturale. È dimostrato che le cooperative sono economicamente più sostenibili e resilienti. Inoltre, si concentrano sulla produzione di contenuti e sperimentano nuove forme di comproprietà con il pubblico e i consumatori (il che amplia anche le possibilità economiche). Il pubblico può essere coinvolto e avere nuove opportunità di accesso ai prodotti della cultura e della creatività. E progettano piattaforme per soddisfare le esigenze degli artisti, senza sfruttamento.

In conclusione, da un lato le cooperative hanno molto da dire sul tema della “cultura equa”, perché uno dei loro obiettivi principali è quello di rendere più equa e sostenibile la produzione e lo scambio di opere culturali e creative. Dall’altro lato, il concetto di cultura equa può arricchire le prospettive del movimento cooperativo in ambito culturale, stimolando la costruzione di sinergie tra il Sud e il Nord del mondo. Per questo, una collaborazione tra UNESCO e Alleanza Internazionale delle Cooperative su questi temi può essere molto fruttuosa.

L’UNESCO riconosce il valore potenziale delle cooperative per supportare una cultura equa

In risposta all’intervento, l’UNESCO ha concordato che una collaborazione con il movimento cooperativo può essere importante. La “Carta per una cultura equa” può sia essere rilevante per le cooperative stesse che trarre insegnamenti dalle cooperative. Le cooperative potrebbero infatti aiutare il gruppo di lavoro a identificare le buone pratiche. Questo è un percorso da esplorare in futuro.

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