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La Fondazione Centro Studi Doc ha elaborato una stima sull’impatto economico del Coronavirus sul mondo dello spettacolo. Ad oggi, sono circa 340.000 i lavoratori fermi e, considerando tutta la filiera, si stima una perdita di 8 miliardi in un solo mese di fermo. In una situazione sempre più disperata, si chiedono con urgenza misure a sostegno del settore.

I lavoratori fermi nel settore spettacolo

La Fondazione Centro Studi Doc per calcolare l’impatto economico dell’emergenza Coronavirus sul settore spettacolo ha prima di tutto cercato di stimare il numero di di lavoratori fermi in questo momento.

Estrapolando i dati della cooperativa Doc Servizi, la più grande cooperativa nel settore dello spettacolo in Italia, e confrontandosi con i suoi esperti, la Fondazione ha scoperto che dall’emanazione dell’ultimo decreto vi è tra il 76 e l’80% di lavoratori fermi nel settore dell’eventistica live (fiere, teatro, concerti di ogni tipo, convegnisti, ecc.). Togliendo anche tutte le attività sportive si arriva molto probabilmente al 90% di lavoratori fermi. Il 10% rimanente corrisponde ai lavoratori impegnati nel settore televisivo a porte chiuse, che comunque sta attivando a sua volta le prime cancellazioni. 

Per capire di quante persone si tratta concretamente si possono utilizzare diversi dati di partenza. Nel 2018 i lavoratori Inps ex-Enpals recensiti (cioè che hanno fatto almeno una giornata in chiaro come lavoratori dello spettacolo) erano 324.614. Questo significa che al momento non stanno lavorando poco meno di 300.000 persone.

Se si considerano invece i numeri del 2019 della Fondazione Symbola, che include tutti lavoratori della “event industry”, il numero di lavoratori impiegati nel 2019 era di 416.080 addetti. Questo porta il numero di persone che oggi non stanno lavorando a circa 374.000

In questo momento, dunque, a seconda delle stime, ci sono tra le 300.000 e le 380.000 persone legate al mondo dello spettacolo e della cultura che in Italia non stanno lavorando.

Stima sull’impatto economico sul settore spettacolo dello stato di emergenza per il Coronavirus

Sin dai primi giorni, la SIAE ha stimato che l’impatto economico del Coronavirus sullo spettacolo sia stato di oltre 10 milioni di euro di mancato incasso al botteghino dei teatri. Questi dati si riferiscono solo alle regioni interessate nella settimana dal 24 febbraio al 1° marzo con 7.700 spettacoli cancellati. La SIAE aggiunge poi oltre 3 milioni di euro a settimana per la chiusura delle sale cinematografiche.

La Fondazione Centro Studi Doc ha deciso di provare ad allargare le stime di SIAE, che considerano solo lo sbigliettamento, considerando i numeri di tutta la “event industry”. Secondo Fondazione Symbola, la event industry include tutte le attività delle performing arts, quindi gli eventi di spettacolo (teatri, concerti, ecc.) e anche tutti servizi culturali (musei, mostre, ecc.).

Per una stima dell’impatto economico dell’emergenza Coronavirus sul settore spettacolo, usiamo ancora i dati di Fondazione Symbola. Nell’ultimo report, il settore incide per il 6,8% sulle attività economiche del Paese, per un totale di 96 miliardi di euro nel 2019. Facendo una stima, questo significa che solo in un mese di blocco l’intero comparto può perdere – considerando il blocco fino al 5 aprile – fino a 8 miliardi di euro. 

Si tratta di un numero calcolato senza contare le perdite già avvenute fino a oggi per le cancellazioni di eventi in zone che erano rosse, gialle e in Italia in generale a causa delle restrizioni precedenti. 

Inoltre, considerando l’effetto a cascata di questa crisi che ha portato al rinvio e, nel peggiore dei casi, all’annullamento di eventi in programma in tutta Italia anche nei mesi successivi sin dal decreto del 25 febbraio scorso, le cifre sono da considerare ancora più alte se si guarda in prospettiva ai prossimi mesi.

http://www.centrostudidoc.org/2020/03/04/coronavirus-decreto-legge-straordinario-dimentica-lo-spettacolo/

Le richieste per sostenere i lavoratori dello spettacolo

La situazione di emergenza Coronavirus mette in luce le difficoltà strutturali di questo settore, discriminato in modo inverosimile. 

I lavoratori dello spettacolo chiedono finalmente uno status giuridico specifico, che preveda in primo luogo il riconoscimento delle tutele previdenziali per scongiurare l’abbandono della professione in caso di malattia e disoccupazione, e contratti scritti e tempi di pagamento certi. In particolare chiediamo a nome di tutti i lavoratori del settore spettacolo

  1. Chiediamo che l’indennità di malattia sia finalmente riconosciuta fin dal primo giorno, mentre ora è richiesto il versamento minimo di 100 giornate di contributi INPS dal gennaio dell’anno precedente: chiediamo semplicemente i diritti dei lavoratori degli altri settori e non solo per l’emergenza Coronavirus.
  2. Chiediamo che l’indennità di disoccupazione Naspi sia riconosciuta agli intermittenti dello spettacolo per tutti i periodi di sospensione di attività, anche in costanza di rapporto di lavoro, per un periodo almeno pari a quello lavorato, considerando anche le giornate di lavoro per prove. 
  3. Chiediamo, per l’accesso alla Naspi, l’abolizione del “ticket” licenziamento in caso di licenziamento per giustificato motivo a causa della crisi Covid-19. 
  4. Chiediamo che l’accesso a un ammortizzatore sociale (FIS o cassa in deroga) sia garantito anche ai lavoratori intermittenti e sia commisurato alle giornate di lavoro svolto durante l’anno precedente e non solo al lavoro cancellato nel primo periodo di crisi.
  5. Chiediamo che anche nel lavoro dello spettacolo siano sempre garantiti contratti scritti e tempi certi di pagamento
  6. Chiediamo che sia chiarito che le misure previste per i lavoratori autonomi D.L. n.9 02/03/2020 art. 16 valgono anche per i lavoratori autonomi con gestione Inps ex-Enpals con ingaggi a partire dalla data del 23 febbraio.  

Le richieste per sostenere le imprese dello spettacolo

Oggi sono in ginocchio anche centinaia di migliaia di imprese che a loro volta impiegano migliaia di lavoratori. Persostenere i lavoratori dello spettacolo è fondamentale anche preservare l’attività delle imprese del settore. Chiediamo pertanto il sostegno alle organizzazioni e imprese dello spettacolo, perché purtroppo fino a oggi si vede una concentrazione di aiuti solo su alcuni settori, come quello del turismo e dei beneficiari del FUS. Riportiamo di seguito le richieste più urgenti per affrontare questa crisi, da riferire a tutto il territorio nazionale e a tutte le imprese dello spettacolo soggette alla gestione INPS ex-Enpals:

  1. Chiediamo che, così come già previsto per il settore turismo, anche per le imprese dello spettacolo, beneficiarie o meno del FUS, siano sospesi i versamenti delle imposte, delle ritenute e degli adempimenti tributari in scadenza nel periodo compreso dal 23 febbraio al 30 ottobre. 
  2. Chiediamo la proroga dei versamenti IVA relativi alle fatture non incassate dai committenti fino al 30 ottobre 2020.
  3. Chiediamo la sospensione anche delle cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi.
  4. Chiediamo la definizione di misure di emergenza per l’accesso agevolato al credito e la sospensione del pagamento delle rate dei mutui per un periodo coincidente col perdurare della crisi.
  5. Per favorire la ripresa del settore dopo questo momento drammatico, chiediamo che sia allargato il credito d’imposta per “Art Bonus” per erogazioni liberali a favore di tutti gli enti, scuole ed imprese dell’arte, spettacolo, eventi e cultura, a integrazione del vigente e indipendentemente che siano o meno stati ad oggi inseriti negli elenchi ministeriali del FUS.

Cosa possono fare in questo momento i lavoratori e le imprese dello spettacolo?

Nel frattempo, nel pieno rispetto delle misure attuali, uniti e distanti, possiamo continuare a godere di film e musica restando in casa, anche grazie all’aumento nella programmazione TV di programmi culturali come richiesto dal Ministro Franceschini. 

Anche gli artisti possono continuare a contribuire come sempre hanno fatto anche alla felicità delle persone, ad esempio, come già sta accadendo, organizzando concerti ed eventi in streaming.

Mai come oggi abbiamo tutti bisogno del conforto e della gioia che possono darci l’arte, la musica e la cultura

#iorestoacasa #laculturaresiste

Inoltre, è sempre più importante continuare a firmare diffondere la petizione per farsi sentire, soprattutto in questi giorni che il Governo è nel pieno delle decisioni su come stanziare i fondi che ha messo a disposizione per l’emergenza, anche grazie alla breccia aperta dall’Unione Europea. È fondamentale che per contrastare gli effetti dell’impatto economico dello stato di emergenza sullo spettacolo, anche i lavoratori e le imprese dello spettacolo non siano dimenticati e quindi è sempre più necessario far sentire la propria voce. Firmiamo e diffondiamo: change.org/SosteniamoLavoratoriSpettacolo.

I sostenitori dell’appello per le imprese dello spettacolo

Sostengono l’appello per i lavoratori e le imprese del mondo dello spettacolo:

Alleanza delle Cooperative Italiane Cultura Turismo Comunicazione (Legacoop CulTurMedia, Confcooperative Cultura Turismo e Sport e Agci Culturalia).

Le cooperative di spettacolo, creatività e cultura della rete Doc Net, Doc Servizi, Doc Educational, Doc Creativity, Doc Live, STEA, Hypernova, Freecom. Le cooperative di tecnici dello spettacolo della rete Show Net, Techne, Tempi Tecnici, AMS Coop, fasolmusic.coop, NRGcoop, CreaStage, Crewroom. Le cooperative pugliesi La Piccionaia, Radici Future, Teatro Koreja, Teatro Abeliano, PazLab, Cool Club, 29nove, Museion, comunità cooperativa Melpignano, 34°fuso, Swapmuseum, Experience, Polo Biblioteca Murale Lecce, Museo Castromediano Lecce. Le cooperative di spettacolo Skeldon, EasyShow, Zenart e Smart. 

Le associazioni Arci Nazionale, Sos Musicisti, Assolirica, Audiocoop, l’associazione jazzisti MEDJ, Federazione Nazionale Il Jazz Italiano (FIJI), Indie Pride APS, l’Associazione di Promozione Sociale Alchechengi, l’associazione italiana artisti AIA, Rete dei Festival, Associazione Etre. Il gruppo Adotta un fonico.

Gli studi legali Note Legali e Sintonia e lo Studio Metis di consulenza del lavoro.

L’associazione di categoria KeepOn Live con i live club e festival italiani: Fabbrica 102, YellowSquare, Deliri Cafè Bistrot, I candelai, The Family, Treesessanta, Ohibò, Anche Cinema, Chroma, Cinzella Festival, gARTen Festival, Indiegeno Festival, Musica da Bere, Musicastrada, Owl Night Festival, Giovenale 54 SRL, Na Cosetta, Officine Meca, L&M Cibo per la mente, Santeria, Morgana Music SRL, Lebowski, New Age, Cas’Aupa, The Alibi, Linea Gotica, POP – CAP 10100, Latteria Molloy, Karemaski, Diagonal, Tirabusciò, Eremo, Demode, Fight Pub, Ottobit, Sparwasser, L’Asino Che Vola, OFF Topic, Diavolo Rosso, Mono, Reset FESTIVAL, Godness, Il covo, The Cage, Eco Sound Fest, Farcisentire Festival, Rock Caravan – Ass. Territorio Dansa, Giovinazzo Rock Festival – Ass. Tressett Circolo, Arci, Indievisibile, Live Rock Festival – Ass. Piranha, Murgiafest – Ass. Stand by (Officine Stand By), Musaic ON, Pinewood Festival – Ass. Coppito nel cuore e nell’anima, Pollino Music Festival, Riverock, Rocketta Summer Live, Suoni di Marca, Woodoo Festival, Albori Ateneika, Nuove Impressioni NIM, Balla coi Cinghiali, Spazio Polaresco, BIG MAFF SRLS, Sub Cult Fest, B-Alternative, Restanza Fest/Caffè Roma 52.

Le agenzie e gli organizzatori di eventi Noodles Eventi, Harley Rock Crew. Le scuole di musica Music Academy, LPEB. Le etichette indipendenti e associazioni di etichette indipenti ADEIDJ, Wall Records Torino, MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti. Gli uffici stampa musicali Sfera Cubica e Clasy Comunicazione.

Ci sono anche decine di migliaia di persone che hanno scelto di sostenere la campagna anche a livello individuale: change.org/SosteniamoLavoratoriSpettacolo.

http://www.centrostudidoc.org/2020/03/07/coronavirus-mondo-dello-spettacolo-lontani-ma-uniti/

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