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È attiva dal 15 gennaio 2025 la procedura telematica per fare domanda al Ministero dei contributi allo spettacolo dal vivo. C’è tempo fino al 31 gennaio 2025 per la creazione delle domande. Ecco come fare.

Il decreto ministeriale sull’assegnazione e liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo

Il D.M. 23 dicembre 2024, n. 463 ha comunicato criteri e modalità per l’assegnazione e la liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo. Il decreto e i relativi allegati sono stati registrati dalla Corte dei Conti al n. 24 dell’8 gennaio 2025. In questo modo, il Ministero comunica l’apertura della procedura telematica per la compilazione delle domande di contributi allo spettacolo dal vivo dal 15 gennaio. La possibilità di invio delle stesse partite partirà invece dal 22 gennaio 2025.

La presentazione delle domande può avvenire da Organismi diversi dalle Fondazioni Lirico-Sinfoniche. In ogni caso, per presentare domanda di contributi allo spettacolo dal vivo è necessaria la registrazione sulla piattaforma FUSonline. La creazione della domanda e del relativo codice deve avvenire entro il 31 gennaio 2025. Solo a questo punto, le e gli utenti registrat* potranno accedere al completamento del progetto triennale 2025/2027 e del programma annuale per l’anno 2025. Il termine per l’invio definitivo di tali progetti è il 14 febbraio 2025 alle ore 16:00.

Per essere ammissibili, le domande di contributi allo spettacolo dal vivo devono riportare la firma digitale della o del rappresentante legale dell’Organismo richiedente. Inoltre, alla suddetta piattaforma FUSonline sono disponibili gli unici modelli ammissibili alla presentazione della domanda. Infine, all’invio della domanda di contributi allo spettacolo dal vivo, la piattaforma genererà automaticamente una PEC a nome dell’utente. L’attestazione della ricezione delle domande avverrà attraverso la notifica di ricezione della PEC.

Le reazioni al Decreto Ministeriale

Le reazioni al D.M. n. 463 relativo all’assegnazione e liquidazione dei contributi allo spettacolo dal vivo non si sono fatte aspettare. Nello specifico, il Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea (C.Re.S.Co.) ha avanzato diverse critiche.

In primo luogo, tale coordinamento ha notato uno scarso coinvolgimento delle realtà di spettacolo ai tavoli di discussione per il D.M. triennale 2025/2025. Nonostante la partecipazione a incontri precedenti, la stessa C.Re.S.Co., rappresentante di 250 realtà del settore, non è infatti stata coinvolta. In secondo luogo, il coordinamento riporta ritardi nella pubblicazione del decreto rispetto agli anni precedenti, penalizzanti per il comparto dello spettacolo dal vivo.

Le osservazioni di C.Re.S.Co. continuano poi sul piano del contenuto. In questo caso, esse sottolineano

  • contraddizioni nel rispetto degli obiettivi strategici del supporto allo spettacolo dal vivo, indicati all’articolo 2 dello stesso D.M. 23 dicembre 2024 n. 463;
  • insufficiente attenzione ai temi della parità di genere e del ricambio generazionale;
  • introduzione di una differenziazione dei Centri di Produzione per capienza anziché per funzione;
  • eliminazione della qualifica di Centri di Produzione nell’ambito della sperimentazione, penalizzando chi opera in ambiti di rischio culturale;
  • sostituzione del concetto di “rischio culturale” con una generica qualità del progetto, che indebolisce il sostegno alle produzioni più innovative e identitarie;
  • misurazione della qualità dello spettacolo dal vivo attraverso gli indicatori di costo e incasso.

In sintesi, la paura è quella dell’introduzione di un modello di intrattenimento commerciale, che punti unicamente sugli incassi. Questo sistema finirebbe infatti per valorizzare le realtà già grandi, marginalizzando quelle periferiche o sperimentali.

 

Foto di Alena Darmel

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