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Un parere circostanziato della Commissione Europea invita la legge italiana su AI, attualmente in esame, di rispettare l’AI Act, senza aggiungere ulteriori restrizioni.
Il parere della Commissione Europea sulla legge italiana su AI
Il Governo italiano ha ricevuto un parere circostanziato della Commissione Europea (C(2024) 7814) relativo al disegno di legge su AI (AS1146), attualmente in esame. Con approccio moral suasion, l’UE invita Governo e Parlamento a rivedere le discrepanze del testo italiano rispetto all’AI Act europeo. Eliminando le differenze tra le due norme, si permetterebbe una maggiore chiarezza per quanto riguarda la loro applicazione. Un parere similare sullo stesso DDL lo aveva già espresso il Garante italiano il 2 agosto 2024.
Nello specifico, le raccomandazioni della Commissione Europea riguardano:
- l’allineamento delle definizioni relative ai sistemi di AI;
- l’eliminazioni di restrizioni ulteriori rispetto alla normativa europea;
- il rispetto del principio di indipendenza delle Autorità di verifica.
Relativamente al terzo punto, a differenza degli altri Paesi europei, la legge italiana su AI non attribuisce al Garante per la protezione dei dati personali i compiti di vigilanza. Al contrario, le Autorità di verifica attualmente designate sarebbero la ACN e la AGENAS, agenzie collegate al governo.
La reazione delle Commissioni ottava e decima del Senato Italiano
La Commissione del Senato per l’innovazione tecnologica e quella per la sanità hanno proposto di richiamare in premessa alle proprie osservazioni il Parere della Commissione Europea. In questo modo, ne garantiscono il rispetto e permettono al Governo di presentare gli emendamenti necessari.
Tale scelta avviene nel rispetto della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE. Essa stabilisce il divieto al diritto nazionale degli Stati di duplicare le disposizioni di un Regolamento europeo. La conseguenza di questo gesto sarebbe infatti quella di nascondere l’origine delle disposizioni stesse.
Foto di Pixabay
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