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Arrivano i primi dati ufficiali relativi all’andamento del settore musicale nel primo semestre del 2024. La musica in streaming traina la crescita generale.
La crescita del settore nei servizi premium di musica in streaming
I dati ufficiali più recenti sul settore musica in Italia sono relativi al primo semestre del 2024. Essi mostrano la continua crescita del mercato musicale italiano, con una forte affermazione dei servizi premium di musica in streaming.Il mercato discografico italiano, come evidenzia FIMI, registra un +15,1% dei ricavi complessivi, trainati dai servizi streaming. Cresciuti del 18,1%, essi arrivano così a ricoprire l’81% del mercato. Inoltre, sono cresciuti del 23% gli abbonamenti premium e i volumi degli stream totalizzati sono aumentati del 31,7%, raggiungendo quota di oltre 46 miliardi in valori assoluti.
Il report “Io sono Cultura 2024” di Fondazione Symbola segnala una media di 21,9 ore di tempo settimanale per l’ascolto di musica nel 2023. Il dato mostra una crescita rispetto alle 20,5 ore indicate da FIMI per l’anno precedente. Tuttavia, come ha sottolineato Andrea Ponzoni (Freecom Hub) al Festival dell’Economia di Trento 2024, solo il 3% dello streaming mondiale ha degli incassi superiori ai 50 mila dollari.
I dati di FIMI sul primo semestre del 2024 evidenziano come l’aumento dei ricavi sia registrato anche nelle sincronizzazioni. In altre parole, si tratta dell’uso della musica nelle produzioni audiovisive come pubblicità, film, serie TV, che si attesta a +4,5% (quasi 7 milioni di euro).

Fonte: dati FIMI sul mercato musicale italiano al primo semestre 2024
Non solo musica in streaming: aumentati anche gli spettacoli in live
La crescita riguarda anche la musica live con un aumento di spettacoli, concerti di musica pop, rock e leggera, musica jazz, e musica classica, intrattenimento musicale e pubblico che porta a una crescita della spesa in generale. Secondo i dati del rapporto SIAE, questa arriva quasi a doppiare il dato rilevato per il 2019, attestandosi poco al di sopra di 967 milioni di euro nel 2023 (+33,5% sull’anno precedente).
Anche il rapporto di Fondazione Symbola mostra una crescita del settore culturale e creativo nel 2023. Il suo valore aggiunto è infatti aumentato del 5,5% rispetto al 2022, per un totale di 104,3 miliardi di euro. Inoltre, sempre il report di Fondazione Symbola segna come nel 2023 sia continuato il trend di abbassamento dell’età media di consumatori e consumatrici, oltre che protagonist* del settore musicale, già rilevato per l’anno precedente.
I problemi del settore musicale
Anche se il settore appare in salute, vi sono alcune criticità, come le difficoltà riscontrate dalle realtà piccole e indipendenti. Il modello organizzativo dell’industria discografica è sempre più orientato al successo immediato, con i noti casi di burnout degli artisti, le difficoltà di musicisti e musiciste a lavorare nel settore in modo continuo.
In Italia, vi sono infatti circa 46.000 musicisti e musiciste (INPS 2023), tra orchestrali e cantanti e che coprono tutti i generi musicali, e non tutti sono dei big. Anzi, secondo i dati INPS 2023, la retribuzione media annua di chi lavora in questo settore è di 7.215 euro all’anno. La retribuzione così bassa è legata al fatto che spesso il lavoro nello spettacolo non solo è combinato con un’altra occupazione, ma sovente è anche retribuito in nero. Tanto che l’economia sommersa, secondo una ricerca di Fondazione Centro Studi Doc, nel 2018 ammontava a circa 4 miliardi di euro solo nella musica dal vivo.
Foto di Charlotte May