Condividi

Tempo di lettura: 2 minuti

Anche il Centro Studi Doc ha partecipato alla stesura della Fair Culture Charter: la Carta per la Cultura Equa promossa dall’UNESCO e pubblicata il 10 settembre 2024. Ecco di cosa si tratta.

La Fair Culture Charter per la sostenibilità nel settore culturale

Il 10 settembre di quest’anno l’UNESCO ha presentato la Fair Culture Charter, ovvero la Carta per la Cultura Equa. Ispirandosi al “Fare Trade”, questo documento promuove l’equità e la sostenibilità nel settore della cultura e dello spettacolo. A tal proposito, il progetto pone un occhio di riguardo anche nei confronti dell’ambiente digitale. Inoltre, tra gli obiettivi della Carta c’è anche quello di ridurre il divario tra Nord e Sud del mondo nell’accesso al settore culturale e creativo. I dati mostrano infatti che attualmente ben il 79% degli artisti e delle artiste internazionali risiede in Europa e Nord America. Di conseguenza, da qui si controlla il 95% delle esportazioni nel settore.

Il progetto ambizioso ha coinvolto diversi partner in una collaborazione internazionale. Tra questi, ha partecipato anche la Fondazione Centro Studi Doc, nella persona della direttrice Francesca Martinelli. Young Expert UNESCO, Martinelli ha così contribuito al riconoscimento delle cooperative come attrici protagoniste del percorso di valorizzazione della cultura nel mondo.

Obiettivi e principi della Carta

Come accennato, la Fair Culture Charter esiste al fine di incentivare equità e sostenibilità nel settore culturale e creativo. Nello specifico, lo scopo è quello di promuovere la protezione e il rispetto dei diritti sociali, economici, culturali e umani di artist*, creativ* e operat* cultuali. Per questo motivo, è necessario garantire pratiche di lavoro più eque e scambi equilibrati. Di conseguenza, è necessario operare su tutti i livelli: locale, nazionale, regionale e globale. A tal fine, la Fair Culture Charter si pone quattro obiettivi:

  1. Promuovere e sostenere condizioni di lavoro dignitose;
  2. Creare un ambiente favorevole per migliorare la competitività e l’affidabilità a lungo termine delle catene di valore culturali e creative, con coerenza politica;
  3. Coinvolgere il settore privato in partnership con quello pubblico dei governi, delle istituzioni statali e delle organizzazioni di società civile in tutti i settori e regioni del mondo;
  4. Sensibilizzare il pubblico, le consumatrici e i consumatori sull’importanza di proteggere e promuovere la diversità delle espressioni culturali, compresa la salvaguardia dei diritti e delle condizioni di lavoro di chi opera nel settore.

Di conseguenza, aderendo alla Fair Culture Charter si dichiara di condividere l’importanza dei seguenti principi:

  1. Condizioni di lavoro dignitose e remunerazione equa;
  2. Accesso del pubblico a diverse espressioni e risorse culturali;
  3. Equità di genere e lotta alle discriminazioni;
  4. Necessità di una politica culturale pubblica che dia priorità a uno sviluppo locale di lungo termine;
  5. Equo accesso ai mercati locale, nazionale e globale, anche digitale, delle diverse espressioni culturali;
  6. Etica ed equità digitale;
  7. Rispetto dell’ambiente, mitigando il proprio impatto ambientale;
  8. Consapevolezza del pubblico e di consumatrici e consumatori sulle condizioni di lavoro di chi opera nel settore.

Condividi