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Secondo i dati INPS, nel 2023 il reddito di musicisti e musiciste in Italia è stato in media di 7.215 euro: appena al di sotto della soglia di povertà.

Le condizioni di lavoro dei musicisti in Italia nel 2023

Musicisti e musiciste hanno una carriera contraddistinta molteplici clienti e relazioni di lavoro discontinue. Tali caratteristiche li costringono a vivere realtà di isolamento e sperimentare l’impossibilità di lavorare nello stesso luogo per lungo tempo. Inoltre, non tutto il loro lavoro è riconosciuto, come i momenti dedicati alle prove, alla composizione o alla registrazione. Le principali conseguenze di questo modo di lavorare sono:

  • la mancanza di potere contrattuale;
  • il percepimento di redditi bassi;
  • la difficoltà ad accedere ai sistemi di protezione sociale.

Il basso reddito di musicisti e musiciste in Italia

Secondo i dati INPS più recenti, nel 2023 in Italia si contano 367.535 lavoratori e lavoratrici dello spettacolo. Tra loro, il 12,5% appartiene ai gruppi professionali “canto” e “concertisti e orchestrali”. Di conseguenza, parliamo di 46.055 tra musicisti e musiciste, di cui 31.098 maschi e 14.957 femmine.

Osservando i dati INPS della retribuzione nel 2023, il reddito di musicisti e musiciste è stato in media di 7.215 euro. Nello specifico, i musicisti uomini hanno guadagnato circa 639 euro ogni mese, mentre le college donne hanno ricevuto un reddito di 522 euro nello stesso periodo. Il dato riguarda coloro che appartengono ai gruppi professionali “canto” e “concertisti e orchestrali” e che hanno avuto almeno una giornata di lavoro retribuita in chiaro nel 2023. Si tratta di un reddito mensile inferiore alla soglia di povertà relativa, pari a circa 750 euro al mese.

Secondo l’ISTAT, infatti, nel 2022 la soglia di povertà relativa equivaleva a 1.150 euro per una famiglia di due componenti. Considerando un andamento lineare della soglia di povertà italiana pari al 9% (dai 1.054 euro del 2021 ai 1.150 del 2022), si può ipotizzare che nel 2023 essa si attesti attorno ai 1.253 euro al mese per una famiglia di due componenti. Per ottenere la soglia di povertà individuale tale cifra va moltiplicata per 0,6 e quindi il risultato è pari a circa 750 euro.

Come mai il reddito di musicisti e musiciste è così basso?

Per comprendere questo dato è necessario considerare l’influenza di due fattori:

  • Multiple job holding;
  • Lavoro sommerso.

In altre parole, da una parte il lavoro nello spettacolo è spesso combinato con un‘ulteriore occupazione. Non è insolito che quest’altro impiego sia anche al di fuori del settore spettacolo. In questo modo, l’attività del musicista diviene spesso un secondo lavoro.

Dall’altro lato, bisogna fare i conti con l’elevato peso dell’economia sommersa in questo settore. Come ha evidenziato una ricerca del 2019 della Fondazione Centro Studi Doc, infatti, nel 2018 essa equivaleva a circa 4 miliardi di euro solo nella musica live. Lo studio aveva messo in luce come nei locali e nelle feste popolari, i musicisti e le musiciste riescono a ottenere un pagamento regolare solo in 1 evento su 10. In più, spesso il cachet è dato parte in chiaro e parte in nero. Infine, va sottolineato che per ogni euro di economia sommersa ce ne sono altri 8.

Quali sono le cause del lavoro sommerso nella musica live?

Per risolvere il problema del lavoro sommerso nella musica live, e quindi dei redditi bassi di musicisti e musiciste, è fondamentale conoscerne le cause. Nello specifico, si rilevano quattro ragioni fondamentali alla base di questo fenomeno:

  • l’eccessiva burocratizzazione del settore;
  • la speciale legislazione previdenziale che richiede l’esistenza di un datore di lavoro per chi lavora nello spettacolo;
  • un’inadeguata conoscenza da parte dei lavoratori e delle lavoratrici delle norme che guidano il proprio settore;
  • i bassi investimenti da parte dello Stato italiano nel settore spettacolo.

 

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Foto di Lucas Allmann


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