Condividi

Tempo di lettura: 3 minuti

La nuova direttiva dell’UE mira a combattere la discriminazione retributiva e contribuire a colmare il gender pay gap in UE, ovvero il divario retributivo di genere. In base alle nuove norme, le imprese dell’UE saranno tenute a fornire informazioni sulle retribuzioni e a intervenire se il divario retributivo di genere supera il 5%.

Il gender pay gap in UE

Nell’UE, le donne guadagnano in media il 13% in meno dei loro colleghi maschi e il divario retributivo di genere è rimasto sostanzialmente invariato nell’ultimo decennio.

Sebbene questa differenza possa essere attribuita a una serie di fattori, la discriminazione retributiva è riconosciuta come uno dei principali ostacoli al raggiungimento della parità retributiva tra i sessi.

Il divario retributivo espone le donne a un rischio maggiore di povertà e contribuisce al divario pensionistico dell’UE, che nel 2018 si è attestato intorno al 30%.

La nuova direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni

Il 24 aprile 2023, il Consiglio dell’Unione europea ha adottato nuove regole per combattere la discriminazione retributiva e contribuire a colmare il divario retributivo di genere nell’UE.

Il diritto alla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore è sancito dall’articolo 157 del TFUE e dalla direttiva sulla parità di retribuzione 2006/54/CE. Nonostante questo, l’attuazione e l’applicazione di questi principi si sono sempre rivelate difficili. In parte, ciò è legato al fatto che la discriminazione retributiva spesso non è rilevata proprio a causa della mancanza di trasparenza retributiva, che impedisce alle vittime di sporgere denuncia.

La trasparenza delle retribuzioni di genere è stata inserita come priorità fondamentale nella Strategia dell’UE per la parità di genere 2020-2025 e il 4 marzo 2021 la Commissione ha pubblicato la sua proposta di direttiva. Il Parlamento europeo e il Consiglio, sotto la presidenza ceca, hanno raggiunto un accordo politico il 15 dicembre 2022. Il Parlamento europeo ha adottato la direttiva nella sessione plenaria del 30 marzo 2022.

In base alla direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni, le aziende dell’UE saranno tenute a fornire informazioni su quanto le donne e gli uomini sono pagati per un lavoro di pari valore e a prendere provvedimenti se il divario retributivo di genere supera il 5%. La nuova direttiva contiene anche disposizioni sul risarcimento delle vittime di discriminazioni retributive, nonché sanzioni, tra cui multe, per i datori di lavoro che non si adeguano.

I datori di lavoro dovranno fornire informazioni sullo stipendio e i livelli salariali 

In base alle nuove norme, i datori di lavoro saranno obbligati a fornire alle persone in cerca di lavoro informazioni sullo stipendio iniziale o sulla fascia salariale dei posti vacanti pubblicati, inserendole nel relativo avviso di posto vacante o comunicandole prima del colloquio di lavoro. Ai datori di lavoro sarà inoltre vietato chiedere ai candidati informazioni sui salari percepiti nei rapporti di lavoro attuali o precedenti.

Una volta assunti, i lavoratori e le lavoratrici avranno il diritto di chiedere ai loro datori di lavoro informazioni sui livelli salariali medi, suddivisi per genere, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. Avranno inoltre accesso ai criteri utilizzati per determinare la retribuzione e la progressione di carriera, che devono essere oggettivi e neutri rispetto al genere.

Contro il gender pay gap in UE anche l’obbligo di rendicontazione

Le aziende con più di 250 dipendenti saranno obbligate a riferire annualmente all’autorità nazionale competente il divario retributivo di genere all’interno della loro organizzazione. Per le aziende più piccole (inizialmente quelle con più di 150 dipendenti), l’obbligo di rendicontazione sarà triennale.

Se il rapporto mostra un divario retributivo superiore al 5% che non può essere giustificato sulla base di criteri oggettivi e neutrali rispetto al genere, le aziende saranno obbligate ad agire effettuando una valutazione congiunta delle retribuzioni in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori.

Inoltre, la direttiva disciplina anche la discriminazione intersezionale. Tale discriminazione si basa su una combinazione di più forme di disuguaglianza o svantaggio, come il genere e l’etnia o la sessualità. Per la prima volta, viene inclusa nel campo di applicazione delle nuove norme. La direttiva contiene anche disposizioni per garantire che si tenga conto delle esigenze delle persone con disabilità.

Risarcimenti e sanzioni

In base alla nuova direttiva, i lavoratori che hanno subito discriminazioni retributive basate sul genere possono ottenere un risarcimento, compreso il pieno recupero degli stipendi arretrati e dei relativi bonus o pagamenti in natura.

Sebbene l’onere della prova nei casi di discriminazione retributiva sia sempre stato a carico del lavoratore, ora spetterà al datore di lavoro dimostrare di non aver violato le norme UE sulla parità di retribuzione e sulla trasparenza delle retribuzioni. In caso di violazione, le sanzioni dovranno essere efficaci, proporzionate e dissuasive e comporteranno multe.

I prossimi passi

La direttiva sulla trasparenza delle retribuzioni entrerà in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Successivamente, gli Stati membri dell’UE avranno tre anni di tempo per “recepire” la direttiva, adeguando la propria legislazione nazionale alle nuove norme.


Condividi