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Dal 23 al 25 aprile, l’Università Alberto Hurtado di Santiago del Cile ha ospitato ILPC 2025. Si tratta della 43esima edizione della conferenza internazionale sui processi lavorativi. All’occasione ha partecipato anche la Fondazione Centro Studi Doc, con un contributo sulla mobilitazione nel lavoro nello spettacolo.
ILPC 2025: l’International Labour Process Conference di Santiago del Cile
Il 23, 24 e 25 aprile 2025, si è tenuta ILPC 2025, 43esima edizione della conferenza internazionale sui processi lavorativi. Organizzata per la prima volta nel 1983 a Manchester, questa conferenza è oggi un punto di riferimento internazionale. Nello specifico, si occupa della ricerca critica sul lavoro, le organizzazioni e le relazioni industriali. ILPC 2025 si è svolta in presenza dalla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Alberto Hurtado di Santiago del Cile, permettendo la partecipazione anche online. In questo modo, ha visto studiose e studiosi da tutto il mondo confrontarsi su 5 principali filoni di ricerca:
- Processi lavorativi e salute dei lavoratori: le sfide per la ricerca e l’azione trasformativa;
- Scioperi: strategie, cicli e contesti dei lavoratori;
- Lavoro artistico e creativo. Mappatura dei regimi di sfruttamento, lavoro invisibile e resistenza nel campo della produzione culturale;
- Regimi di lavoro in transizione, crisi socio-ecologica, energia. Transizione e spazi per la giustizia sociale.
- Insieme, nonostante e contro lo Stato: teorizzare i conflitti normativi attorno al lavoro e all’occupazione.
In occasione di ILPC 2025 ha partecipato anche Sofia Cantà, in rappresentanza della Fondazione Centro Studi Doc. All’interno del filone dedicato al lavoro artistico e creativo, ha presentato il ruolo che le cooperative possono avere e hanno avuto nel mobilitare le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo.
Il ruolo delle cooperative nella ri-politicizzazione del settore spettacolo: il contributo del Centro Studi alla conferenza
Anche la Fondazione Centro Studi Doc ha partecipato a ILPC 2025. Nello specifico, Sofia Cantà ha presentato un articolo scritto con la direttrice del Centro Studi, Francesca Martinelli. La presentazione si concentrava sul potenziale mobilitativo delle cooperative nel mondo dello spettacolo.
È partita dall’analisi del contesto sociopolitico, in cui l’egemonia culturale del capitalismo pare abbia sconfitto ogni altra ideologia. In questo solco, si collocano i miti della competizione e del merito, intrinsecamente adottati da quella “economia della promessa” che porta chi lavora nello spettacolo ad accettare condizioni professionali spesso precarie. Secondo l’idea neoliberista del merito, il successo deriva infatti dal mero impegno e l’insuccesso dal disimpegno. Nel lavoro artistico, questa convinzione si traduce in “grandi occasioni” professionali retribuite spesso “in nero” o “in visibilità”. Inoltre, cresce la percezione del tempo libero come tempo perso se non impiegato nello studio e nella produzione artistica. Tuttavia, questo è lavoro non riconosciuto e non retribuito.
Di conseguenza, si può ben immaginare la situazione che il settore ha affrontato durante la pandemia da Covid-19. Le misure di distanziamento sociale per prevenire la diffusione del virus hanno sospeso gli eventi di spettacolo, causando enormi perdite:
- perdita di 119 milioni di euro (-30% del volume di business) nell’industria dell’intrattenimento europea nel 2020;
- perdita di 8 milioni di euro nel 2020 rispetto all’anno precedente nell’industria dell’intrattenimento italiana;
- totale di circa 261.000 lavoratrici e lavoratori dello spettacolo in Italia nel 2020 (-21% rispetto al 2019).
L’apporto dato alla mobilitazione del settore da parte delle cooperative come Doc Servizi è stato fondamentale. Il modello cooperativo, che prevede la corrispondenza tra proprietar* e lavoratrici/lavoratori dell’impresa, ha dimostrato la sua vocazione da Pegasus Enterprise. In questo periodo particolare, le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo non chiedevano solo misure di supporto contingenti alla crisi. Al contrario, rivendicavano un ampio riconoscimento delle loro condizioni di lavoro. Il supporto 24h, sia professionale che istituzionale, del mondo cooperativo ha sostenuto non solo chi è soci* dell’impresa, ma tutt* coloro che operano nel settore. Le sfide per le cooperative non sono finite, ma in questa occasione hanno dimostrato il loro grande potenziale nel mobilitare il settore e costruire un’alternativa al modello capitalistico.
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