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Venerdì 20 settembre Francesca Martinelli, direttrice della Fondazione Centro Studi Doc, è intervenuta all’incontro Cooperative Future in vista del Summit of Future dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Di seguito riportiamo l’intervento che ha tenuto sulle opportunità che offrono le cooperative per giovani e digitale in Europa.

I valori cooperativi coincidono con i valori dei giovani di oggi

Quando si parla di giovani e cooperative è utile fare una premessa, ovvero che i valori portati avanti dai giovani per il mondo cooperativo sono una enorme opportunità. Fa parte del DNA delle cooperative mettere al centro l’attenzione alle persone, all’ambiente e al sociale. Questa attenzione si mostra nei principi che guidano le cooperative, così come nei valori condivisi che guardano alla costruzione di un mondo più equo, partecipato e attento alla sostenibilità.

Se a questa considerazione si aggiunge il tema delle nuove tecnologie e del digitale e lo portiamo in Europa possiamo vedere che per i giovani si aprono importanti opportunità.

Le sfide aperte dalle nuove tecnologie digitali

È noto che la crescita e la diffusione esponenziale di nuove tecnologie digitali basata su un uso massiccio di dati, come le piattaforme della gig economy e gli emergenti strumenti di Intelligenza Artificiale, hanno portato a una lunga serie di problemi in tutto il mondo.

Un esempio è lo sfruttamento di lavoratori e lavoratrici che, soprattutto in sistemi come quello europeo con un welfare ancora forte, ha ridotto l’accesso alle tutele del lavoro inficiando soprattutto, ma non solo, la sicurezza sul lavoro.

Ci sono anche importanti problemi anche nella gestione dei dati, che vengono raccolti dalle multinazionali e utilizzati per propri scopi senza proteggere gli utenti. Ciò implica la perdita di proprietà, autonomia e controllo dei propri dati, la violazione della privacy e la validazione di pregiudizi o discriminazioni, come nel caso degli algoritmi che guidano i social network e possono orientare anche l’opinione pubblica.

Emerge anche il bisogno di porre attenzione alla questione ambientale, con primi studi che descrivono come enorme l’impatto dell’Intelligenza Artificiale nella produzione di CO2.

Altri problemi sono legati alle società che gestiscono la maggior parte degli strumenti più diffusi, come la creazione di monopoli con relativi conflitti di interesse e la capacità delle multinazionali di scavalcare i confini costruendo una gestione opaca.

Il ruolo pioneristico dell’Unione Europea nella regolamentazione delle nuove tecnologie digitali

Considerando l’insieme di questi elementi, uno dei grandi vantaggi di muoversi in Europa è il ruolo pioneristico che sta avendo l’Unione Europea nell’affrontare questi temi. Attraverso l’introduzione di direttive mirate, l’Unione Europea è da anni che sta regolamentando il comportamento che gli Stati Membri devono tenere nei confronti di questi strumenti e, al contempo, limitando anche il potere delle società che si trovano dietro questi strumenti.

Di seguito alcuni esempi. Operativo dal 2018 vi è il GDPR, General Data Protection Regulation, che rafforza la protezione dei dati personali di cittadini dell’Unione europea (UE) e dei residenti nell’UE, sia all’interno che all’esterno dei suoi confini, restituendo ai cittadini il controllo dei propri dati personali.

Del 2022 sono invece il Digital Services Act, un regolamento dell’UE che affronta i contenuti illegali, la pubblicità trasparente e la disinformazione,e il Data Governance Act, che mira a creare un quadro di riferimento per facilitare la condivisione dei dati e introduce anche le cooperative di dati come tipo di servizio di intermediazione dei dati.

Dal 2020 si svolge il lavoro sulla Platform Work Directive, una direttiva entrata in vigore dal 2024 che regolamenta il lavoro di piattaforma imponendo alcuni criteri per definire che i lavoratori siano considerati come dipendenti, regole per la gestione dell’algoritmo e trasparenza nell’uso dei dati. Sempre quest’anno è entrato in vigore l’AI Act, un altro regolamento europeo che rafforza la ricerca e la capacità industriale nel campo dell’Intelligenza Artificiale ma proteggendo la sicurezza e lo Stato di diritto.

Perché le cooperative possono essere un’opportunità per giovani e digitale in questo percorso pioneristico dell’Unione Europea?

Il gruppo di lavoro “Transformation of Work” [moderato da Francesca Martinelli] di CECOP, la confederazione europea delle cooperative industriali e di servizi, ha studiato e sta studiando l’impatto di direttive e regolamenti sulle cooperative scoprendo che esse sono già perfettamente complianti con i requisiti richiesti dall’UE proprio per i loro principi e valori. Il punto di forza delle cooperative quando usano i dati, l’Intelligenza Artificiale o le nuove tecnologie è che sono guidate da un’etica che le porta a gestire gli strumenti in modo che rispondano ai bisogni della persona, che mettono al centro, e non del profitto, che invece è un mezzo per raggiungere determinati fini condivisi. Nelle cooperative che usano strumenti tecnologici innovativi la corrispondenza che esiste nelle cooperative tra chi possiede la cooperativa e chi vi lavora permette di gestire tutti i problemi posti sopra, perché nessuno crea una piattaforma o una tecnologia per sé stesso che lo sfrutti o non sia trasparente nella gestione. Inoltre, questo approccio cooperativo alla tecnologia e al digitale è molto più vicino alla visione del mondo che hanno i giovani rispetto a quello delle grandi realtà monopolistiche e competitive alle quali siamo più abituati e che sono ad oggi dominanti.

In conclusione, i paradigmi alternativi portati avanti dalle cooperative, se ben supportati e valorizzati, possono rappresentare un percorso diverso per quei giovani che nei modelli dominanti non si ritrovano e sono alla ricerca di uno strumento per intervenire nel mondo come protagonisti di un cambiamento. Quel cambiamento che serve anche per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.


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