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A luglio, le cooperative sociali di Roma e del Lazio sono scese in piazza per chiedere la revisione degli appalti in modo che gli enti appaltanti della Pubblica Amministrazione rispettino le tariffe del nuovo CCNL.

Il nuovo CCNL ratificato dalle associazioni di rappresentanza della cooperazione sociale

Il rapporto tra cooperative sociali e Pubblica Amministrazione è sempre stato proficuo per lavoratori e lavoratrici. Nello specifico, ha portato a molteplici conquiste contrattuali. Tra queste, le principali associazioni di rappresentanza della cooperazione sociale hanno ratificato un aggiornamento del CCNL. Attraverso tale adeguamento, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro prevede diverse novità, tra cui:

  • aumento mensile di 120 euro sul livello C1 e da riparametrare sugli altri livelli a regime a fine 2025;
  • quattordicesima mensilità al 50%;
  • potenziamento della maternità.

Per quanto riguarda la quattordicesima, si tratta di un aumento economico complessivo del 12%.

Di conseguenza, tale CCNL implica un adeguamento delle tariffe dei servizi da parte delle imprese.

Le cooperative sociali sono scese in piazza per chiedere la revisione degli appalti agli enti della Pubblica Amministrazione

Contrariamente alle aspettative, a 5 mesi dalla ratifica del CCNL, la quasi totalità degli enti committenti in Lazio non però hanno ancora adeguato tali tariffe. Per questo motivo, AGCI Imprese Sociali Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio, Legacoop Sociali Lazio e Forum del Terzo Settore del Lazio hanno organizzato due manifestazioni.

La prima manifestazione sugli appalti si è tenuta il 4 luglio di fronte al Campidoglio. L’obiettivo era chiedere al Comune di Roma di adeguare le tariffe entro la scadenza dei prossimi assestamenti di bilancio. La seconda manifestazione sugli appalti ha invece avuto luogo il 15 luglio di fronte alla sede della Regione. In questo modo, le organizzazioni manifestanti hanno ribadito che non è possibile ricorrere alle riserve delle cooperative per fronteggiare l’aumento dei costi. Ugualmente, non è sostenibile negoziare sui diritti di lavoratori e lavoratrici. Il peso di tale scelta graverebbe soprattutto su lavoratori e lavoratrici che, in tali condizioni, non possono ottenere stipendi dignitosi. Lo slogan della manifestazione è stato “adeguare le tariffe, confermare i diritti“.

In conclusione, l’adeguamento delle tariffe dei servizi serve per evitare un passo indietro. In altre parole, senza tale adeguamento da parte dei committenti, i soci e le socie che lavorano nelle cooperative vedranno sia una riduzione dello stipendio sia un impoverimento della loro cooperativa. Quest’ultimo caso si verifica nel momento i soci e le socie dovranno prendere contromisure, come andare a intaccare il margine economico o il capitale sociale della cooperativa, per cercare di salvaguardare il proprio lavoro rispettando nel contempo gli aumenti del nuovo CCNL.

La revisione degli appalti non riguarda solo il Lazio e le cooperative sociali

A occuparsi della questione relativa alla revisione degli appalti non sono state solo le cooperative sociali laziali. L’11 luglio, le Organizzazioni Sindacali e le Centrali Cooperative del Comitato misto paritetico della Cooperazione sociale regionale FVG hanno presentato il nuovo Osservatorio regionale sugli appalti e sugli accreditamenti territoriali.

Istituito anche a livello nazionale grazie al nuovo CCNL, tale osservatorio regionale rappresenta un punto di riferimento per gli affidamenti dei servizi di comparto. In altre parole, esso comunicherà con la Pubblica Amministrazione per adeguare il costo del lavoro negli appalti ai nuovi criteri. Di conseguenza, si occuperà di tutti i percorsi necessari, tecnici, giuridici e finanziari.

Allo stesso tempo, con la revisione degli appalti si stanno muovendo anche i lavoratori e le lavoratrici della ristorazione collettiva. L’assenza di norme sulla revisione dei prezzi dei contratti con la PA sta impoverendo anche questo settore. A tal proposito, Legacoop Prodizione e Servizi ha sottoscritto il CCNL per i settori dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e commerciale del turismo. Con Legacoop hanno siglato il documento anche FIPE-Confcommercio, AGCI Servizi e le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Tale contratto prevede:

  • l’aumento in busta paga di 200 euro;
  • la revisione dell’inquadramento del personale;
  • il rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa e delle normative in materia di diritti individuali;
  • la modulazione differenziata degli incrementi salariali rispetto agli altri comparti della ristorazione.

Senza un corrispettivo aumento dei contratti dei committenti della Pubblica Amministrazione, anche questo nuovo contratto rischia di essere un boomerang che metterà in grande difficoltà soci e socie che lavorano nelle cooperative di settore.

Foto ripresa dal sito di Legacoop Lazio.

 

 

 


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