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L’intervento di Daniela Furlani, presidente della cooperativa Doc Creativity, sui problemi di sicurezza del lavoro freelance e l’impatto ha questa tipologia di lavoro sulle donne per il secondo simposio della Fondazione Centro Studi Doc dedicato a “Nuove professioni, nuovi lavori: lo stesso diritto alla salute e sicurezza” e svoltosi il 13 dicembre 2022.
I rischi di sicurezza del lavoro freelance, soprattutto per le donne
Doc Creativity è una cooperativa che riunisce oltre 700 lavoratori e lavoratrici freelance nell’ambito dei lavori creativi, dai pittori ai social media manager, passando per i designer che lavorano con contratto di smartworking nella maggior parte dei casi dal loro domicilio. Da uno studio realizzato da Legacoop Veneto, Inail e Isfid Prisma al quale sono stati sottoposti anche i nostri lavoratori, emergono non solo le opportunità, ma anche le criticità del lavoro in smartworking.
Se da una parte l’isolamento può facilitare la concentrazione, dall’altro la mancanza di interazione sociale può diventare un fattore di stress. Può capitare che l’orario di lavoro flessibile possa diventare un orario di lavoro eccessivo, senza pause comportando anche il rischio di insonnia. È vero che non è semplice stabilire i confini tra il lavoro e la vita personale, quando si lavora da casa, soprattutto per le donne che si assumono anche le responsabilità del lavoro familiare. Dato il rischio reale di isolamento sociale associato allo smart working, in particolare, a tempo pieno, è opportuno che le imprese adottino in modo diffuso misure adeguate a proteggere la salute mentale di questi lavoratori e lavoratrici. Anche perché, in termini di salute e sicurezza, i lavoratori solitari sono inoltre i lavoratori più soggetti ad aggressioni verbali.
In questo quadro, a rischio sono soprattutto le donne, anche a causa del doppio carico di lavoro (famiglia e lavoro). Per affrontare queste difficoltà in Doc Creativity stiamo perfezionando un percorso di supporto all’imprenditoria femminile e abbiamo capito che per far crescere le donne serve un mix di flessibilità, tutele e percorsi di mentorship. Per questo a tutte le imprenditrici offriamo l’opportunità di diventare socie e dipendenti della cooperativa, garantendo loro quindi l’accesso alle protezioni sociali e alla formazione per la sicurezza sul lavoro, ma senza che perdano la libertà organizzativa del freelance. In cooperativa, le imprenditrici entrano anche in una comunità di pari in cui possono confrontarsi con altre persone che stanno facendo un percorso simile, attivare nuove possibilità di networking e trovare nuove opportunità di lavoro. È un modo di lavorare che garantisce la flessibilità necessaria alle donne, ma contrasta l’isolamento. Oggi sono oltre 250 le imprenditrici hanno scelto di lavorare con noi. Il nostro motto è infatti “unici ma non soli”, in questo caso potremmo dire “uniche ma non sole”.
Le donne sono più esposte a rischi di violenza e molestie
Un altro tema importante che riguarda sempre le donne e la sicurezza sul lavoro, è il fatto che sono più esposte a rischi di violenza e molestie perché lavorano in settori specifici (es. nuovi lavori), proprio perché hanno più responsabilità (famiglia e lavoro), sono sottorappresentate nei ruoli di gestione, sono fisicamente diverse da uomini, svolgono mansioni che vengono erroneamente considerate sicure e semplici. Nell’insieme il risultato è che le donne non sono riconosciute nelle prassi per la sicurezza sul lavoro. Ad esempio, solo nell’art. 28 81/2008 dedicato alla valutazione dei rischi, la sicurezza è declinata considerando anche la differenza di genere (oltre a questa ci sono declinazioni tecniche, es. donne sollevano meno kg di uomini).
Per questo accogliamo con favore il fatto che simbolicamente proprio il 25 novembre 2022 sia entrata in vigore la Convenzione OIL n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro. Sicurezza sul lavoro significa infatti garantire non solo la salute e sicurezza fisica, ma anche psicologica, sessuale ed economica dei lavoratori e delle lavoratrici. La Convenzione OIL n. 190 stabilisce che con l’espressione “violenza e molestie” nel mondo del lavoro si indica un “insieme di pratiche e di comportamenti inaccettabili, o la minaccia di porli in essere, sia in un’unica occasione, sia ripetutamente, che si prefiggano, causino o possano comportare un danno fisico, psicologico, sessuale o economico”. La fattispecie della violenza e delle molestie legate al lavoro include inoltre la violenza e le molestie di genere intendendosi per tale “la violenza e le molestie nei confronti di persone in ragione del loro sesso o genere, o che colpiscano in modo sproporzionato persone di un sesso o genere specifico, ivi comprese le molestie sessuali”. La convenzione si applica a tutti i lavoratori e lavoratrici a prescindere dal contratto, a tutti i datori di lavoro, a tutti i settori, pubblici o privati, formali o informali, e in tutti i momenti legati all’attività lavorativa (es. recarsi al lavoro). In adempimento della convenzione, tutti gli stati membri devono provvedere alla protezione e prevenzione introducendo leggi, regolamenti e misure; verificare l’applicazione, il ricorso e il risarcimento; svolgere azioni di orientamento, formazione e sensibilizzazione.
Proposte per garantire sicurezza del lavoro freelance delle donne
- Proposta 1 – come datore di lavoro, valorizzare parità di genere, anche perché la certificazione della parità di genere offre sconti, contributi, vantaggi per bandi; anche nel FUS si considera come fattore di valore la parità di genere.
- Proposta 2 – Inserire nel DVR attenzione alla sicurezza di genere.
Tutti i lavoratori e le lavoratrici hanno il diritto di sentirsi rispettati e al sicuro sul luogo di lavoro.
Scopri il simposio a questo link.