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di Aldo Macchi
Dal simposio di Fondazione Centro Studi Doc i temi e le necessità per arrivare a un Protocollo di Sicurezza tra enti e organizzatori. Michele Bertucco, Assessore al Lavoro del Comune di Verona, apre le porte: “Questo confronto ci porta alla scrittura di un protocollo. Vogliamo che Verona possa essere da riferimento per gli enti locali in materia di gestione di spettacoli.”
Scarica la locandina del simposio.
In vista la creazione di un protocollo sulla sicurezza nello spettacolo per la città di Verona
Nella giornata di martedì 13 dicembre, all’interno degli storici spazi del Teatro Fonderia Aperta di Verona, si è svolto il secondo simposio annuale della Fondazione Centro Studi Doc: “Nuove professioni, nuovi lavori: lo stesso diritto alla salute e sicurezza” moderato da Francesca Martinelli, direttrice della Fondazione Centro Studi Doc. Un evento reso accessibile in presenza, ma anche in streaming (https://bit.ly/SimposioFondazioneReteDoc) e anticipato, fisicamente, nel foyer del teatro dalla mostra fotografica “Nero” a cura di Emanuela Zampa. Un’anteprima di un progetto dedicato al personale tecnico del mondo dello spettacolo e degli eventi.
Un’accoglienza particolarmente adatta per introdurre le tavole rotonde del simposio, anticipate dai saluti istituzionali di Michele Bertucco, assessore al Lavoro del Comune di Verona, Luciano Giovinazzo, Presidente ANMIL Verona, e Demetrio Chiappa, imprenditore e presidente della Rete Doc che ha sottolineato l’importanza di dialogare e, soprattutto lavorare, attorno ai temi di “Legalità, sicurezza e formazione”, ha spiegato nel suo intervento. Temi “attorno ai quali negli anni si sono sviluppati la filosofia e il manifesto di Doc Servizi, sostenendo con forza che non si può definire lavoro quando manca anche solo uno di questi aspetti. Doc Servizi nasce nel 1990 proprio per dare risposta ai professionisti che non trovavano altra forma di tutela e si è rafforzata negli anni lavorando con le maggiori strutture del settore, perché garantisce sicurezza e alto livello di competenza professionale. Solo nel 2022 ha erogato con la propria struttura formativa interna 144 corsi di sicurezza in presenza, un giorno sì un giorno no, con oltre 2.000 attestati rilasciati.”
Ed è proprio l’assessore Bertucco ad aprire le porte a un proseguo concreto dei temi affrontati: “Questo simposio è l’occasione per avviare la scrittura di un protocollo di sicurezza con il Comune di Verona che possa essere da riferimento per gli enti locali in materia di gestione di spettacoli. Abbiamo un’importante occasione di confronto, che vuole richiamare l’attenzione di datori di lavoro, lavoratori e professionisti della sicurezza sul tema della sicurezza nelle nuove professioni e nei nuovi lavori”.
Come garantire sicurezza e legalità per i lavori atipici
I nuovi lavori sono stati protagonisti della prima tavola rotonda, che ha visto l’analisi del ruolo della sicurezza per lavoratori atipici o non standard, come possono essere i riders e tutti i lavoratori su piattaforma, o ancora i freelance creativi. Si tratta di lavoratori e lavoratrici il cui lavoro non si svolge in un’unica sede o luogo fisico, ma o in più luoghi o a distanza, ricorrendo molto spesso, ad esempio, alla pratica dello smartworking. Temi approfonditi grazie al dialogo tra Antonio Aloisi, giurista IE Law School, Fabrizio Creston, rappresentante lavoratori sicurezza territoriale Cisl Veneto e Cinzia Spinarolli, capo processo vigilanza Ispettorato Territoriale del Lavoro Verona.
L’ispettrice ha denunciato una situazione che deve far riflettere: “La maggior parte del numero di sospensioni emesse nei confronti delle aziende, non sono state per lavoro irregolare, ma per mancanza del DVR. Questo nella metà dei casi, non vengono emessi nemmeno i documenti di valutazione dei rischi. Significa che i datori di lavoro non valutano i rischi che sottopongono alle persone che entrano nel luogo di lavoro. Non c’è, purtroppo, a livello culturale, attenzione: nonostante se ne parli”.
- Fabrizio Creston
- Cinzia Spinarolli
Sicurezza per nuovi lavoratori e nuove lavoratrici
La seconda tavola rotonda ha approfondito le pratiche di sicurezza per nuovi lavoratori e nuove lavoratrici, cioè figure che sono sempre esistite nel mercato del lavoro ma per lungo tempo non sono state riconosciute se non addirittura marginalizzate, come le persone con disabilità, le donne e i lavoratori stranieri.
Una chiave di lettura, quella offerta da Nelson Leite e Sa, CEO e formatore, direttore NEBOSH, Valentina Bazzani, giornalista, Maria Falletta, testimonial ANMIL, Alberto Ferraro, operatore sociale, insegnante e mascheraio e José Lobanga Baonga, RSU UIL, RLS, molto calata nell’esperienza diretta. Le diverse testimonianze hanno permesso un inquadramento a partire dal basso, per arrivare a proposte e necessità concrete che partano, in primis, dal riconoscimento del valore individuale della persona, prima ancora che del lavoratore.
“A più di vent’anni dall’approvazione della legge 68, l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità sembra ancora molto lontana” ha ribadito la giornalista Valentina Bazzani. “È urgente un cambiamento culturale che abbatta stereotipi e pregiudizi. È necessario che la società crei le condizioni affinché ogni singolo individuo possa realizzarsi e avere accesso a una vita piena”.
Sicurezza e legalità nel mondo dello spettacolo: spunti per il protocollo di Verona
Elementi che hanno portato all’ultima tavola rotonda, dedicata alla sicurezza nel mondo dello spettacolo, aperta dall’intervento di Nicky Greet di Plasa. Un tema che Fondazione Centro Studi Doc tratta da oltre 10 anni, con una posizione rimarcata dalla consulente del lavoro e presidente, Chiara Chiappa: “Non c’è sicurezza senza legalità e tutti i lavoratori e le lavoratrici devono avere il diritto di avere un contratto regolare e di non dover scegliere tra lavoro e sicurezza. Per questo le parti sociali, le cooperative e i lavoratori devono agire per trovare insieme proposte contrattuali e di legge per garantire un lavoro dignitoso anche in professioni oggi poco tutelate”.
Un percorso tortuoso, come è stato sottolineato anche dall’intervento di Marco Morone, tecnico della prevenzione, ATS Milano città metropolitana, che ha portato proprio l’esempio del lavoro svolto a Milano: “È importante legare sempre la salute e la sicurezza. Sono un concetto unico. Milano è forse la città dove ci sono più eventi e quello che si è realizzato, a partire dal 2010, è agire con prevenzione a partire dai soggetti che operano in questo settore: dal Comune alle associazioni di categoria. Tutto per definire un modo per prevenire infortuni e malattie professionali. Il Comune di Milano ha istituito uno sportello unico per gli eventi, dove è presente un modulo con tutti i moduli e le necessità per poter organizzare un evento. In questo documento è presente una parte per la salute e sicurezza, dove abbiamo scritto una parte che faccia ragionare l’organizzatore per fargli capire l’importanza di aspetti come il DUVRI”.
“Mi capita poche volte di condividere le linee della controparte: ma con Fondazione Centro Studi, e Rete Doc mi capita spesso: forse perché abbiamo gli stessi interessi: tutelare un mondo vastissimo di addetti ai lavori. Addetti che rappresentano il 6% del PIL. Un mondo che paragono a una nave da crociera: allo sfarzo che viene garantito agli ospiti al ponte alto si contrappone lo sfruttamento che c’è al personale al ventre della nave. Oltre alle star dello spettacolo, ci sono anche tutti gli altri lavoratori, spesso con diritti limitati, ed è necessario fornire assistenza”.
Tutto questo non può prescindere da un elemento fondamentale per sensibilizzare e portare alla consapevolezza tanto i lavoratori, quanto i datori di lavoro: la sicurezza. Un concetto centrale nell’intervento di Fabio Fila, Rspp e presidente di STEA: “La formazione, se ben fatta e non pensata solo come un pezzo di carta per poter lavorare, è uno strumento fondamentale per creare Sicurezza e cultura della Sicurezza, soprattutto nel contesto dello spettacolo ed eventi dove la perizia tecnica è assolutamente fondamentale”.
Un tassello importante, quello del simposio, in quel percorso iniziato, concretamente, dalla tragica data del 12 dicembre 2011, quando il ventenne Francesco Pinna perse la vita sotto il crollo del palco allestito all’interno del palasport per una data del tour di Jovanotti. Da allora, nulla è stato come prima, ma la necessità di approfondire e toccare i temi legati alla legalità, sicurezza e tutela dei diritti dei lavoratori, non è ancora esaurita.