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La riforma dello sport introduce importanti novità rispetto alla tassazione e alla contribuzione del lavoro. Per la prima volta la legge disciplina anche dilettantismo, volontariato e apprendistato.

Le novità principali della riforma per il lavoro nello sport

Il 7 luglio 2022 il Consiglio dei ministri ha approvatolo lo schema di decreto legislativo “correttivo” al lavoro sportivo proposto da Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il decreto legislativo corregge e integra il D.Lgs. n. 36/2021, recante il riordino e la riforma delle disposizioni in materia di enti sportivi professionistici nonché di lavoro sportivo. Il decreto correttivo contiene misure per rendere l’impatto della riforma del 2021 più sostenibile per associazioni e società dilettantistiche.

Le misure modificano radicalmente il trattamento fiscale e contributivo dei lavoratori dello sport. Per quanto riguarda il lavoratore sportivo tesserato:

  • fino a 5.000 euro annui la retribuzione non produrrà né reddito, né obblighi dichiarativi e previdenziali, salvo l’invio della certificazione unica;
  • sopra i 5.000 euro scatteranno le trattenute previdenziali;
  • sopra i 15.000 euro scatteranno le trattenute fiscali.

Sopra i 5.000 euro:

  • impegno al di sotto delle 18 ore settimanali, si dovrà instaurare un co.co.co.;
  • sopra le 18 ore settimanali, bisognerà valutare se instaurare un contratto subordinato, autonomo o co.co.co.

In merito a questa scelta, il decreto stabilisce anche una presunzione assoluta, che non ammette prova contraria, per la quale:

  • il lavoro sportivo professionistico si considera prestato sulla base di un contratto di lavoro subordinato;
  • il lavoro sportivo dilettantistico si presume esercitato nell’ambito del lavoro autonomo.

La riforma introduce anche la figura del “volontario” dello sport che presta la sua attività a titolo gratuito. I volontari potranno avere solo il rimborso delle spese vive sostenute per l’attività svolta. Le spese devono essere documentate.

Viene introdotta anche la possibilità di utilizzare l’apprendistato per quanto riguarda l’attività professionistica. L’apprendistato può essere utilizzato, ad esempio, per ottenere una riduzione della pressione fiscale sui contratti dei giovani calciatori.


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