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Sulla Gazzetta Ufficiale del 18 novembre 2021 è stata pubblicata la Legge n. 162 del 5 novembre 2021 che modifica il Codice delle pari opportunità dedicato al mondo del lavoro. La legge entrerà in vigore il 3 dicembre.
La legge per garantire pari opportunità tra uomo e donna nel mondo del lavoro
Le Legge n. 162 del 5 novembre 2021 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 275 del 18 novembre 2021 ed entrerà in vigore il 3 dicembre 2021. È dedicata a “Modifiche al codice di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198, e altre disposizioni in materia di pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo”. Il D.Lgs. n. 198/2006 (“Codice delle pari opportunità”) è modificato per realizzare una più incisiva parità di genere all’interno delle aziende.
Tra le novità più importanti per i datori di lavoro segnaliamo:
- una più ampia definizione di discriminazione;
- l’estensione dell’obbligo di redazione del rapporto biennale ai datori di lavoro con oltre 50 dipendenti (anziché “oltre 100”, come in passato);
- nuove sanzioni in caso di rapporti mendaci e/o incompleti;
- l’introduzione della “certificazione parità di genere”, di uno sgravio contributivo per l’anno 2022 e di un “punteggio premiale”.
Cosa si intende per discriminazione rispetto alle pari opportunità sul luogo di lavoro e quali sono le sanzioni
La legge amplia la definizione di discriminazione diretta e indiretta, di cui all’art. 25 del D. lgs. n. 198/2006. Tra le fattispecie discriminatorie include anche gli atti di natura organizzativa e oraria nei luoghi di lavoro. La legge considera anche gli effetti sulla progressione di carriera e le scelte compiute anche durante la fase di selezione di nuovo personale.
La legge introduce l’obbligo per le aziende pubbliche e private con “oltre 50” dipendenti di scrivere un rapporto entro il 31 dicembre sulla situazione del personale maschile e femminile. Nel rapporto l’azienda dovrà descrivere la situazione in varie aree, quali formazione, promozione professionale, livelli, passaggi di categoria o di qualifica. L’azienda dovrà anche segnalare l’equa applicazione delle misure straordinarie (licenziamenti collettivi, ammortizzatori sociali, prepensionamenti e pensionamenti, ecc.). Se l’azienda non rispetta questo obbligo può incorrere in sanzioni e verifiche da parte dell’Ispettorato del Lavoro.
Come la parità salariale premia le aziende
Dal 1° gennaio 2022 è istituita la certificazione della parità di genere che attesterà quali sono le politiche e le misure concretamente adottate dal datore di lavoro per ridurre il divario di genere. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, mediante apposito decreto definirà i parametri minimi, l’acquisizione e il monitoraggio dei dati trasmessi. Oltre che le modalità di coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e dei consiglieri di parità regionali.
Le aziende in possesso di tale certificazione della parità di genere godranno anche di un esonero dal versamento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro. Per i dettagli, dobbiamo aspettare l’apposito decreto che sarà adottato entro il 31 gennaio 2022. Per il momento sappiamo che l’esonero sarà nel limite dell’1% e di 50.000 euro annui per ciascuna azienda. L’esonero andrà a sommarsi a quello già attualmente in vigore per le assunzioni di donne. La dotazione economica annuale della manovra dovrebbe essere di 50 milioni di euro.
Infine, la norma riconosce per le aziende con certificato un punteggio premiale per la valutazione della concessione di aiuti di stato e/o finanziamenti pubblici. Lo stesso vale anche nell’ambito dei bandi di gara, negli avvisi o negli inviti relativi a procedure per l’acquisizione di servizi, forniture, ecc.
Disegno di Bianca Bagnarelli.