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Venerdì 5 novembre la Fondazione Centro Studi Doc ha partecipato all’appuntamento online con il workshop nazionale del progetto WINS e raccontato l’esperienza di piattaforme cooperative in Europa.

Dalla gig economy alle piattaforme cooperative: un confronto tra esperti, sindacati e lavoratori

Venerdì 5 novembre si è svolto l’appuntamento online per il progetto WINS della rete europea Diesis e co-finanziato dall’Unione Europea. L’incontro era intitolato “Dalla gig economy alle cooperative territoriali di rider: il ruolo del dialogo sociale nella costruzione di un modello alternativo di lavoro e di impresa“. Legacoop Produzione e Servizi ha organizzato l’evento in collaborazione con CISL nazionale.

L’incontro è stato moderato da Francesca Montalti (Legacoop Produzione e Servizi) in collaborazione con Francesco Lauria (Centro Studi CISL).

Dopo un’introduzione di Francesca Montalti e la presentazione del progetto da parte di Gianluca Pastorelli (Diesis), hanno lasciato spazio a un confronto di esperienze italiane di cooperative di rider. Carmine Arvonio ha raccontato l’attività della cooperativa di ciclo-fattorini Cyclologica (Firenze).

Fabrizio Creston ha invece descritto come la CISL di Verona ha partecipato alla costituzione della prima cooperativa di rider in Italia, Food4Me. Creston ha ringraziato la direttrice della Fondazione Centro Studi Doc, Francesca Martinelli, per averlo introdotto al tema delle piattaforme cooperative e aver quindi contribuito a sua volta alla creazione della cooperativa.

Se il sindacato non cambia allora non potrà rispondere alle esigenze dei gig workers e dei lavoratori del futuro; esigenze sulle quali le cooperative hanno molto da dire.

Fabrizio Creston

Francesca Martinelli è intervenuta subito dopo Fabrizio Creston.

A seguire Francesco Lauria ha moderato un confronto sul dialogo sociale in Italia nella regolazione dei diritti dei rider. Daniele Conti (Legacoop Produzione e Servizi) ha descritto il protocollo italiano sui rider del 2020. Gianluca Bianco (CISL Nazionale) ha invece spiegato il protocollo firmato da Just Eat e dai sindacati confederali.

Ha chiuso i lavori Fabrizio Bolzoni, Direttore Legacoop Produzione e Servizi.

piattaforme cooperative Europa

Piattaforme digitali e piattaforme cooperative in Europa

Francesca Martinelli, direttrice della Fondazione Centro Studi Doc, ha intitolato il suo intervento “Esperienze di piattaforme cooperative in Europa: sfide, opportunità e strategie di successo”. Parte dei risultati che ha presentato derivano dalla ricerca “Lights on! Worker and social cooperatives tackling undeclared work” che ha effettuato per CECOP e che sarà pubblicata il 10 novembre.

La ricercatrice ha iniziato il suo intervento descrivendo le piattaforme digitali per poi effettuare un confronto con le piattaforme cooperative di riders e ciclo-fattorini. Tra le caratteristiche principali delle piattaforme digitali troviamo il fatto che si comportano come intermediari tra il fornitore di servizi/beni e il consumatore che li richiede. L’utilizzo di un modello economico “estrattivo”. L’introduzione di algoritmi per la gestione degli scambi e l’allocazione dei compiti.

In questo quadro, i problemi che la gig economy causa ai lavoratori sono tutti legati al fatto che le piattaforme esternalizzano le attività che sono al cuore del loro business. È da questa separazione tra piattaforma e servizio che nascono relazioni di lavoro che finiscono nella zona grigia, problemi di salute e sicurezza, pagamenti insicuri, forme di caporalato digitale.

Di fronte a queste difficoltà il mondo della cooperazione reagisce in due modi. Negli Stati Uniti nasce il movimento delle piattaforme cooperative guidato da Trebor Scholz (2014). In Europa, Cooperatives Europe produce un documento che connette piattaforme e cooperazione attraverso un’analisi di pratiche di economia collaborativa. Da queste riflessioni nascono cooperative e si sviluppano buone pratiche di comportamento.

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Intervento di Francesca Martinelli

Un’ondata di proteste e la nascita delle cooperative di rider e ciclo-fattorini

L’ondata di proteste dei rider che dal 2016 hanno colpito l’Europa hanno portato alla nascita di movimento auto-organizzati. In questo contesto nasce anche CoopCycle, federazione che riunisce 37 cooperative di rider di 7 paesi. CoopCycle mette a disposizione una piattaforma per organizzare le consegne.

Anche York Collective, cooperativa di riders fondata a York nel 2020, utilizza la piattaforma di CoopCycle. La cooperativa nasce come alternativa allo sfruttamento delle piattaforme e usa la piattaforma per gestire gli ordini e tracciare il lavoro.

Nel 2012 invece un gruppo di ciclo-fattorini fonda By-Expressen, una soluzione eco-sostenibile per trasportare merci. La cooperativa non soffre dell’avvento dei giganti della sharing economy perché occupa un mercato diverso e da sempre tratta i lavoratori come dipendenti.

I punti di forza che queste realtà hanno a differenza delle piattaforme digitali classiche sono molteplici:

  1. condizioni di lavoro dignitose;
  2. modello economico basato sulla disintermediazione;
  3. uso etico della tecnologia.

In generale, le condizioni di successo per cooperative di rider e ciclo-fattorini sono legate alla capacità di:

  1. differenziare il mercato e i clienti;
  2. attivare relazioni B2B;
  3. rispondere alle esigenze del territorio creando legami con realtà locali;
  4. adottare una tecnologia condivisa.

Le piattaforme cooperative e l’Unione Europea

L’Unione Europea non è rimasta indifferente alle proteste dei rider e dal 2016 sta proponendo diverse azioni utili ad ottenere una regolamentazione europea per i lavoratori su piattaforma.

Nel 2021 nasce la Platform Work Initiative che punta a realizzare entro il 2022 una direttiva per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori su piattaforma.

In questo quadro, le cooperative possono giocare un ruolo importante. Ciò è dimostrato anche dal fato che nella relazione adottata il 16 settembre dal Parlamento europeo per ottenere condizioni di lavoro eque, diritti e protezione sociale per i lavoratori delle piattaforma, è messo anche in evidenza il potenziale delle cooperative.

Questo importante risultato è stato raggiunto anche grazie a CECOP, la rete europea delle cooperative di produzione e lavoro. Il suo gruppo Non standard workers & Platforms, di cui fa parte anche la Fondazione Centro Studi Doc, tra il 2020 e il 2021 ha prodotto due documenti per spiegare il rapporto possibile tra cooperazione e piattaforme digitali. CECOP ha appena pubblicato un nuovo documento su cooperazione e piattaforme (clicca qui per leggerlo), realizzato sempre con il supporto dello stesso gruppo di lavoro, in vista delle attività di lobby che servono per inserire le cooperative nella direttiva. La direttiva sarà in discussione dal prossimo 8 dicembre, quando la verrà presentata la bozza.

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