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Giovedì 9 settembre la Fondazione Centro Studi Doc ha presentato la ricerca su modelli innovativi di cooperazione che compara i modelli di Doc Servizi, Smart e Coopaname all’ottavo congresso internazionale di CIRIEC.
CIRIEC 2021
CIRIEC è il Centro internazionale di ricerca e informazione sull’economia pubblica, sociale e cooperativa. L’ottava edizione del congresso internazionale di CIRIEC dedicato all’economia sociale si è svolto a San José in Costa Rica. Il convegno è stato tenuto dall’8 al 10 settembre 2021 in parte in forma digitale e in parte in presenza.
Francesca Martinelli, direttrice della Fondazione Centro Studi Doc, ha presentato giovedì 9 settembre una ricerca dedicata a “Modelli innovativi di cooperative di proprietà dei lavoratori per un lavoro dignitoso in Europa”. La ricerca è frutto della collaborazione tra la ricercatrice e Sarah De Heusch (Smart Belgium), Raffaella Toncelli (Coopaname) e Mila Shamku (CECOP). L’obiettivo della ricerca è quello di studiare le cooperative di lavoratori indipendenti attraverso la comparazione delle tre cooperative Doc Servizi (Italia), Smart Belgium (Belgio) e Coopaname (Francia).
Contesto socio economico della ricerca
Il contesto della ricerca è la crescita in Europa dagli anni 2000 di nuove forme di lavoro e occupazione. La tecnologia ha cambiato il mercato del lavoro causando sia una polarizzazione che una de-industrializzazione dell’occupazione. Oggi, più del 90% delle aziende sono piccole, medie e anche micro imprese. Diventando sempre più piccole, le imprese hanno bisogno di esternalizzare alcune funzioni periferiche. Questo implica un aumento del numero dei freelance, che possono accedere facilmente al mercato del lavoro grazie alla diffusione di computer portatili, smartphone e internet.
Non essendo assunti direttamente da un’azienda, la maggior parte dei freelance sperimenta un alto livello di flessibilità e finisce nel lavoro non-standard. A differenza del lavoro standard, nel lavoro non-standard l’orario di lavoro, i requisiti di salute e sicurezza e le responsabilità non sono regolati così bene come nel lavoro standard e spesso i lavoratori appartengono a una zona grigia del diritto del lavoro. Ciò significa che i lavoratori non-standard hanno un accesso limitato agli schemi di protezione sociale (indennità di disoccupazione, congedo per malattia e maternità, e schemi che coprono gli incidenti sul lavoro), non hanno accesso alla formazione permanente e alla sicurezza, hanno difficoltà ad esercitare i loro diritti sindacali.
Per affrontare questo panorama incerto, dagli anni ’80 in Europa i lavoratori non standard creano cooperative per ottenere migliori condizioni di lavoro. Oggi Cecop chiama queste forme innovative di collaborazione “cooperative di lavoratori indipendenti” (Cecop, All for One – Reponse of worker-owned cooperatives to non-standard employment, 2019). Per capire meglio come funziona questo modello, la ricerca esplora tre casi studio, che sono la cooperativa italiana Doc Servizi, la belga Smart e la parigina Coopaname.
Doc Servizi e la sua rete (Italia, 1990)
Doc Servizi è stata fondata a Verona come cooperativa di produzione e lavoro nel 1990 da 10 musicisti che volevano ottenere migliori condizioni di lavoro a livello economico e morale. Oggi Doc Servizi fa parte di una rete, che si chiama “Rete Doc”, che riunisce sette società. Sono 5 cooperative e 2 srl che insieme coprono tutte le professioni dell’industria culturale e creativa e del settore informatico. Nel 2018 la rete ha anche fondato la Fondazione Centro Studi Doc per effettuare ricerche su questo modello cooperativo e il lavoro dignitoso. Nel 2019 la rete ha avuto un fatturato di 70 milioni di euro prodotto da 8.400 soci distribuiti in 34 sedi in Italia.
La storia di Doc Servizi è iniziata con gli artisti perché sono da sempre lavoratori non-standard e hanno scelto il modello cooperativo per ottenere il doppio status di socio-lavoratore:
- come soci, partecipano alla governance e possono strutturare la cooperativa per raggiungere obiettivi che da soli non potrebbero raggiungere;
- come lavoratori, accedono agli schemi di protezione sociale dei dipendenti (congedi familiari e malattia, assicurazione sanitaria, indennità di disoccupazione), lavorano in legalità e sicurezza, possono esercitare i loro diritti sindacali.
Inoltre, per rispondere al bisogno di indipendenza degli artisti, Doc Servizi aggiunge un terzo elemento a questo doppio rapporto, ovvero l’autonomia nella gestione dell’attività. Nella cooperativa, tutto è costruito per promuovere e sviluppare le attività dei soci, come i servizi a costo fisso (gestione burocrazia del lavoro, agenzia viaggi, ufficio bandi, marketing e comunicazione, formazione specializzata, ufficio stranieri, ecc.). Ogni attività è gestita da una piattaforma digitale che ottimizza ogni procedura. Negli anni questo modello ha attratto anche altre figure abituate a lavorare con un alto livello di autonomia ed è per questo che oggi le cooperative del network (es. insegnanti, web designer, comunicatori, tecnici dello spettacolo, ecc.) Doc coprono tutte le professioni culturali, creative e informatiche.
Smart Belgium (Belgio, 1998)
Smart nasce nel 1998 come associazione no profit per sostenere gli artisti nello sviluppo delle loro attività attraverso servizi mutualizzati. Inoltre, Smart ha introdotto una delle prime piattaforme digitali in Europa per fatturare attività multiple e discontinue. Dal 2017 Smart è una cooperativa multi-stakeholder con oltre 35.000 membri sparsi in 8 paesi europei.
Oggi i soci di Smart hanno anche profili molto diversi e operano in vari settori e lavorano anche in situazioni diverse perché la cooperativa si è aperta a tutti i freelance e temporaneamente anche ai lavoratori delle piattaforme. Questo implica che i membri di Smart sono spesso slash worker (lavori multipli) e possono anche avere livelli di reddito molto diversi.
Smart si considera un’impresa condivisa, che è un’alternativa alla creazione di un’impresa isolata. Come impresa condivisa Smart offre a freelance e imprenditori: in primo luogo, la mutualizzazione dei servizi, che sono un supporto per gestire in autonomia la loro attività economica; in secondo luogo, l’accesso allo status di lavoratore dipendente e la protezione sociale ad esso collegata; in terzo luogo, la possibilità di partecipare alla governance della cooperativa. Grazie a questa struttura, i soci hanno tre ruoli:
- dipendenti, in quanto lavoratori dipendenti della cooperativa;
- co-proprietari, in quanto soci con una quota della cooperativa;
- imprenditori, in quanto agenti economici che sviluppano la propria attività nella coop.
Coopaname (Francia, 2004)
Coopaname è stata fondata a Parigi nel 2004 e oggi conta circa 820 soci, di cui 361 sono anche azionisti, e ha 7 luoghi di accoglienza in Île-de-France e Sarthe.
Coopaname è una Cooperativa di Attività e di Impiego (CAE) che è stata inventata per rispondere al bisogno sociale dei micro-imprenditori isolati, offrendo loro una valida alternativa alla creazione individuale di un’impresa utilizzando il modello cooperativo. La CAE può essere considerata come una piattaforma imprenditoriale che aiuta i nuovi imprenditori a migliorare le loro competenze e a risolvere il problema dell’isolamento dei lavoratori autonomi. Per fare questo la CAE offre gestione legale, amministrativa e contabile, formazione all’imprenditorialità, esperienze peer-to-peer e partecipazione alla governance.
Le CAE sono state create in Francia nel 1995, ma fino al 2014 il sistema non era riconosciuto. La legge che ha riconosciuto ufficialmente le CAE è datata 31 luglio 2014 e ha introdotto due elementi importanti:
- un contratto di lavoro specifico per i membri delle CAE (CESA – Shareholder Employee Entrepreneur Contract), che è simile a un contratto a tempo indeterminato;
- l’obbligo dei membri di diventare soci della cooperativa dopo un massimo di 3 anni.
Modelli innovativi di cooperazione: le cooperative di lavoratori indipendenti
Comparando i tre modelli innovativi di cooperazione, le caratteristiche principali delle cooperative di lavoratori indipendenti sono le seguenti:
- Le cooperative presentate migliorano le condizioni di lavoro e l’occupazione con servizi condivisi che si adattano ai bisogni dei soci e sono ottimizzati con l’uso della tecnologia.
- In queste cooperative, i soci hanno allo stesso tempo flessibilità e indipendenza e accesso a una maggiore protezione sociale come dipendenti della struttura. Anche se dipendente della cooperativa, ogni socio lavora in modo indipendente, cerca i suoi clienti e quindi viene pagato in funzione del valore della sua attività.
- Le cooperative sostengono lo sviluppo del business e la costruzione della comunità in vari modi. Di solito, i lavoratori trovano opportunità di lavoro per se stessi e per gli altri. Inoltre, i lavoratori usualmente isolati che fanno parte di una comunità hanno più potere contrattuale e anche la possibilità di esercitare meglio i loro diritti di essere rappresentati da un sindacato e protetti da contratti collettivi.
- Le cooperative studiate sono una soluzione per superare l’enigma dell’autonomia e della subordinazione. I soci sono più che dipendenti, perché sono imprenditori che sviluppano la loro attività economica all’interno della cooperativa. E come soci, governano anche la cooperativa e condividono la gestione aziendale, i costi e le risorse. Pertanto, i lavoratori si subordinano non a un datore di lavoro ma alla comunità della cooperativa a cui scelgono volontariamente di appartenere.
- Infine, non-standard non è sinonimo di precarietà. L’ILO osserva che il lavoro non standard e la precarietà non possono essere direttamente correlati e considerando le sette aree di potenziale insicurezza lavorativa, in realtà le cooperative migliorano la condizione lavorativa dei lavoratori non standard solitamente isolati. Tuttavia, la copertura di sicurezza sociale per i lavoratori in un impiego non-standard (anche nelle cooperative) è inferiore a quella dei lavoratori in “occupazione standard”, in quanto il modello di protezione sociale è assicurativo e proporzionale.
Questa constatazione porta alla conclusione che è fondamentale per il benessere dei lavoratori accedere a una protezione sociale adeguata, indipendentemente dal tipo e dalla durata del loro rapporto di lavoro.