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Il Ministero del Lavoro nega la possibilità di pagare i riders e i lavoratori su piattaforma a cottimo, mentre la contrattazione collettiva è ammessa secondo i limiti di legge. Così il Ministero del Lavoro prende una posizione chiara contro il contratto “pirata” firmato da UGL e AssoDelivery.
Cottimo per riders e lavoratori su piattaforma: il NO del Ministero del Lavoro
Il Ministero del Lavoro, con la Circolare n. 17 del 19 novembre 2020, ha preso posizione sulla gestione del rapporto di lavoro dei ciclofattorini, o riders, e di ogni altro soggetto impiegato tramite le piattaforme digitali, così come previsto dagli artt. 2 e 47-bis del D.Lgs. 81/2015 innovati e integrati dalla Legge n. 128/2019 di conversione del DL n. 101/2019.
il Ministero ricorda che ai suddetti lavoratori si applicano le tutele minime previste dall’art. 47-bis e quindi sono considerati lavoratori autonomi solo in via residuale, ove non ricorra l’etero-organizzazione di cui all’art. 2 del D.Lgs. 81/2015.
I contratti collettivi nazionali possono integrare le tutele minime da applicare ai ciclofattorini inquadrati come autonomi, ma non possono prevedere una paga a cottimo. In ogni caso, la contrattazione collettiva è ammessa solo da parte delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello nazionale.
In questo modo, il Ministero del Lavoro prende una posizione ferma sul contratto siglato tra UGL e AssoDelivery, già definito “contratto farsa” e “pirata” e fortemente osteggiato dal Ministero e da Cgil, Cisl e Uil. La firma di questo contratto è, inoltre, già costata a UGL l’esclusione dalle Confederazioni europee dei sindacati.
Il primo CCNL che regolamenta il lavoro su piattaforma
Ricordiamo che il primo CCNL a regolamentare il lavoro su piattaforma è quello delle cooperative e imprese sociali dello spettacolo. Firmato il rinnovo lo scorso 19 febbraio, il contratto prevede infatti nel proprio ambito di applicazione le attività svolte su piattaforma digitale.
Negli ultimi anni, la Fondazione Centro Studi Doc ha studiato il tema dei riders, del cottimo e del lavoro autonomo.
La Fondazione Centro Studi Doc sostiene che per tutelare i rider e i lavoratori organizzati su piattaforma digitale sia necessario ampliare le tutele del lavoro subordinato a queste categorie attraverso l’applicazione del contratto intermittente.
A seguire alcuni approfondimenti sul tema:
- Riders? La soluzione è nella cooperazione
- Per i riders e i lavoratori della gig economy la soluzione esiste: è il lavoro intermittente
- Proposta per tutelare i rider e i lavoratori di piattaforma