Tempo di lettura: 4 minuti
Da quanto è iniziata l’emergenza Covid-19 e contestualmente è stata lanciata la petizione per sostenere i lavoratori e le imprese dello spettacolo, il confronto con il Governo è stato positivo. Tuttavia, ci sono ancora richieste che bisogna continuare a portare avanti per far sì che i lavoratori intermittenti dello spettacolo abbiano gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori.
La conquista essenziale per la dignità del settore spettacolo è il diritto per intermittenti e scritturati all’indennità NASPI di disoccupazione quando non c’è un ingaggio.
Chiara Chiappa, Presidente Fondazione Centro Studi Doc
I lavoratori intermittenti del settore spettacolo chiedono gli stessi diritti degli altri lavoratori
Fino ad oggi l’interlocuzione con il Governo è stata positiva: da quando abbiamo lanciato la petizione sono stati numerosi i passi avanti, sia come imprese che come lavoratori dello spettacolo. Ma nonostante ciò ci sono ancora oltre 200.000 professionisti intermittenti dello spettacolo, che pur avendo sempre pagato contributi e tasse, non hanno certezza di accesso alle indennità previste dal Governo e quindi non vedono loro riconosciuti gli stessi diritti di tutti gli altri lavoratori.
Per questo, continuiamo a chiedere:
- che i lavoratori intermittenti dello spettacolo possanoaccedere al FIS o alla Cassa in deroga non solo per le giornate di lavoro chiamate e poi annullate, ma per 9 settimane perse dal 23 febbraio in poi, in base alle retribuzioni medie dello storico dei 12 mesi precedenti;
- che l’indennità di disoccupazione NASPI venga riconosciuta quando il lavoratore non è in chiamata, cioè con contratto in essere ma “spento”;
- l’indennità di malattia quando il lavoratore si ammala e l’indennità di quarantena quando il lavoratore è in quarantena;
- contratti scritti con tempi certi di pagamento.
Queste richieste sono il fondamento per le tutele non solo per l’emergenza di oggi, ma anche per porre i primi passi verso il riconoscimento dello status giuridico del lavoratore dello spettacolo, che preveda per tutti i lavoratori dello spettacolo in primo luogo il riconoscimento delle tutele previdenziali per scongiurare l’abbandono della professione in caso di malattia o difficoltà di settore.
Per meglio rappresentare le proposte accolte e quelle ancora incerte di seguito due tabelle per riassumere le richieste per i diritti dei lavoratori dello spettacolo e delle imprese dello spettacolo.
Le richieste per sostenere i lavoratori dello spettacolo
Queste richieste sono state per la prima volta con l’appello pubblicato il 25 febbraio e poi integrate nella petizione lanciata il 28 febbraio.
1. Chiediamo che l’indennità di malattia sia finalmente riconosciuta fin dal primo giorno, mentre ora è richiesto il versamento minimo di 100 giornate di contributi INPS dal gennaio dell’anno precedente: chiediamo semplicemente i diritti dei lavoratori degli altri settori. | Chiedere questo oggi significa avere accesso da subito alla malattia per Covid-19, domani avere uguale trattamento agli altri lavoratori per ottenere indennità di malattia. |
2. Chiediamo che l’indennità di disoccupazione Naspi sia riconosciuta agli intermittenti dello spettacolo per tutti i periodi di sospensione di attività, anche in costanza di rapporto di lavoro, per un periodo almeno pari a quello lavorato, considerando anche le giornate di lavoro per prove. | Chiedere questo oggi significa avere accesso a un’indennità per mancanza di lavoro da Covid-19, ma anche avere diritto per sempre all’indennità Naspi di disoccupazione ogni volta che intermittenti e scritturati non hanno un ingaggio, avendone i requisiti di anzianità contributiva. La circolare INPS n. 41 del 2006 richiamata nella circolare n. 47 del 28 marzo 2020 apre alla possibilità di richiedere indennità di disoccupazione ogni volta il lavoratore non sia in chiamata. |
3. Chiediamo, per l’accesso alla Naspi, l’abolizione del “ticket” licenziamento in caso di licenziamento per giustificato motivo a causa della crisi Covid 19. | Con l’onorevole ma purtroppo inefficace intento di proteggere tutti, non è più necessario, stante il divieto di licenziamento previsto nel decreto. |
4. Chiediamo che l’accesso a un ammortizzatore sociale (FIS o cassa in deroga) sia garantito anche ai lavoratori intermittenti e sia commisurato alle giornate di lavoro svolto durante l’anno precedente e non solo al lavoro cancellato nel primo periodo di crisi. | Le Regioni che devono erogare la cassa in deroga hanno tutte recepito la regola di erogare l’indennità in base alla media degli ultimi 12 mesi. Aspettiamo chiarimenti da parte dell’INPS, che nella circolare attuativa per applicazione degli interventi salariali n. 47 del 28 marzo 2020 ha invece confermato l’indennizzo delle sole giornate di cui è stata già effettuata la chiamata, e non di tutte le giornate che sulla base dello storico dei 12 mesi, sarebbero state realizzate e invece sono state perse. Stiamo interloquendo con l’INPS per ricordare che per legge non possono essere “chiamate” più di 30 giorni, e quindi si rende in concreto inapplicabile la cassa per le 9 settimane del decreto “CuraItalia”. |
5. Chiediamo che sia garantito l’accesso a un ammortizzatore sociale (FIS) estendendolo ai lavoratori con meno di 90 giorni di anzianità con un unico committente, requisito quasi impossibile per chi non è socio dipendente di cooperative o di teatri stabili, e che sia previsto anche per piccole realtà con meno di 5 dipendenti. | ![]() |
6. Chiediamo che anche nel lavoro dello spettacolo siano sempre garantiti contratti scritti e tempi certi di pagamento. | Questa richiesta è già prevista nel Jobs Act autonomi e non è mai stata applicata. |
7. Chiediamo che sia chiarito che le misure previste per i lavoratori autonomi D.L. n.9 02/03/2020 art. 16 valgono anche per i lavoratori autonomi con gestione Inps ex-Enpals con ingaggi a partire dalla data del 23 febbraio | ![]() |
Le richieste per sostenere le imprese dello spettacolo
A seguito del lancio della petizione per i lavoratori dello spettacolo si è scelto di chiedere anche sostegno per le imprese. Per questo, dal 1° marzo l’appello è stato accompagnato dalle richieste per le imprese del settore.
1. Chiediamo che, così come già previsto per il settore turismo, anche per le imprese dello spettacolo, beneficiarie o meno del FUS, siano sospesi i versamenti delle imposte, delle ritenute e degli adempimenti tributari in scadenza nel periodo compreso dal 23 febbraio al 30 ottobre. | ![]() |
2. Chiediamo la proroga dei versamenti IVA relativi alle fatture non incassate dai committenti fino al 30 ottobre 2020. | ![]() |
3. Chiediamo la sospensione anche delle cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione e quelli conseguenti ad accertamenti esecutivi. | ![]() |
4. Chiediamo la definizione di misure di emergenza per l’accesso agevolato al credito e la sospensione del pagamento delle rate dei mutui per un periodo coincidente col perdurare della crisi. | Chiediamo che anche per le imprese del settore spettacolo sia possibile accedere a queste misure. |
5. Per favorire la ripresa del settore dopo questo momento drammatico, chiediamo che sia allargato il credito d’imposta per “Art Bonus” per erogazioni liberali a favore di tutti gli enti, scuole ed imprese dell’arte, spettacolo, eventi e cultura, a integrazione del vigente e indipendentemente che siano o meno stati ad oggi inseriti negli elenchi ministeriali del FUS. | Questa richiesta è una necessità per garantire il futuro del mondo dello spettacolo, soprattutto nel momento in cui bisognerà far ripartire il settore. Chiediamo di considerare questa proposta già nell’applicazione dell’art. 89 per la costituzione del Fondo emergenze spettacolo, cinema e audiovisivo. |