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La conferenza ICA CCR 2024 si è tenuta all’Università di Dundee dal 24 al 26 giugno 2024. Per il quinto anno di fila ha partecipato anche la Fondazione Centro Studi Doc.

La conferenza ICA CCR 2024 di Dundee

Più di 150 persone provenienti da tutto il mondo si sono riunite a Dundee dal 24 al 26 giugno 2024. In quei giorni, l’Università della città scozzese ha ospitato l’ultima edizione dell’annuale conferenza europea dell’Alleanza Internazionale delle Cooperative (ICA CCR 2024). Ogni anno, infatti, l’incontro cambia location: per esempio, si era tenuto nella belga Lovanio nel 2023 e nella greca Atene nel 2022. La meta prevista per il 2025 sarà, invece, Helsinki, la capitale della Finlandia.

Il tema di quest’anno è stato il ruolo delle organizzazioni cooperative nel generare sviluppo socio-economico sostenibile ed equo nel mondo. In altre parole, in che modo esse possono contribuire ad affrontare le sfide contemporanee. Per il quinto anno di fila, anche la Fondazione Centro Studi Doc ha partecipato al convegno ICA CCR 2024. Nello specifico, nella mattina di mercoledì 26 giugno, Francesca Martinelli, direttrice del centro studi, ha moderato due panel e presentato tre differenti ricerche. Gli studi esposti sono stati svolti con differenti gruppi di ricerca. In particolare, bisogna ricordare la partecipazione di Santosh Kumar, responsabile dell’area legislativa dell’Alleanza Internazionale delle Cooperative, al primo lavoro presentato e quella di Ermanno Tortia, professore di Economia politica all’Università di Trento, per il secondo. I contributi di Martinelli, Kumar e Tortia sono stati tra i pochi interventi alla conferenza che hanno affrontato il legame tra cooperative e settore culturale e creativo.

Il supporto delle meta-organizzazioni cooperative al settore culturale

Come anticipato, Martinelli e Kumar hanno presentato la prima ricerca. Il titolo dell’intervento era “Quale ruolo hanno le federazioni cooperative nel promuovere la cultura?” (trad.). In questo modo si sono interrogati sul ruolo delle meta-organizzazioni cooperative nel supportare il settore culturale e creativo. Le meta-organizzazioni sono organizzazioni composte a loro volta da organizzazioni, che nel movimento cooperativo si dividono in strutture top down (federazioni internazionali e nazionali, organizzazioni apicali e reti) e bottom up (cooperative di secondo livello). Alcuni esempi in Italia sono Legacoop CulTurMedia e Rete Doc.

Dopo un’analisi di studi di caso provenienti da tutto il mondo, la ricerca ha evidenziato quali sono le condizioni necessarie per lo sviluppo di meta-organizzazioni capaci di promuovere il settore culturale, quali sono le loro caratteristiche e best practice, i punti di forza rispetto al mercato classico e anche i punti di debolezza.

Le conclusioni della ricerca si sono concentrare su una serie di consigli che, a livello internazionale, nazionale e locale, tali meta-organizzazioni dovrebbero seguire per rafforzare il loro impatto. A livello internazionale si è auspicata una collaborazione delle alleanze cooperative e delle organizzazioni intergovernative per salvaguardare il patrimonio culturale e promuovere le forme cooperative in quanto più democratiche. Segue poi il livello nazionale, che dovrebbe sostenersi a vicenda con quello internazionale nella stesura delle politiche pubbliche. In questo caso, infatti, Martinelli e Kumar hanno parlato della necessità di politiche pubbliche prodotte dalle organizzazioni apicali o di secondo o terzo livello. Infine, a livello locale le cooperative dovrebbero collaborare con chi salvaguarda il patrimonio culturale locale, sostenere l’innovazione e nuove forme di partenariato, mentre le cooperative finanziarie dovrebbero incentivare quelle culturali.

Tale studio è inserito all’interno di una ricerca più ampia portata avanti dalla Fondazione Centro Studi Doc e dall’ICA. Di conseguenza, Martinelli e Kumar hanno già esposto i passaggi precedenti nelle scorse edizioni del convegno. Il punto di partenza di questo studio è stata la sessione dedicata al rapporto tra cooperative e cultura svoltasi nel 2021 durante il 33esimo Congresso Mondiale delle Cooperative a Seoul.

Le cooperative di lavoro nelle arti dello spettacolo

Le presentazioni tenute da Martinelli nel secondo panel si sono occupate nello specifico delle cooperative di lavoro all’interno del settore spettacolo. In particolare, l’intervento tenuto con Ermanno Tortia ha presentato il modello di Doc Servizi. Lo studio ha così raccontato come il modello organizzativo cooperativo permette a chi lavora nel settore artistico di raggiungere una posizione economica migliore all’interno del mercato del lavoro. In altre parole, nelle cooperative di autogestione, artisti e artiste accedono a un ampio numero di servizi utili, condividendo tra loro le risorse. In più, ottengono i vantaggi della subordinazione pur mantenendo autonomia di gestione professionale.

Infine, sulla stessa linea è stato l’intervento finale di Martinelli. In questa occasione, ha parlato di “lavoratori e lavoratrici delle arti dello spettacolo e la sfida di Covid-19: un caso di studio cooperativo.” (trad.). Lo studio si presenta come un aggiornamento di quello presentato dalla Fondazione Centro Studi Doc nel 2021. Allo stesso modo, racconta dell’esperienza affrontata dai lavoratori e dalle lavoratrici dello spettacolo durante la pandemia da Covid-19. Nello specifico, si concentra sul ruolo di rappresentanza che ha svolto Doc Servizi presso il Governo Italiano. Di conseguenza, la cooperativa ha supportato queste persone nell’accesso all’assistenza sanitaria, all’indennità di malattia e disoccupazione, alle misure di sostegno al Covid-19 e attraverso l’organizzazione di corsi di formazione.


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