Mercoledì 11 novembre la Fondazione Centro Studi Doc ha scritto a Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, e a Gabriella Di Michele, direttore dell’INPS, perché vengano risolte le ingiustizie che fanno sì che i lavoratori dello spettacolo non abbiano accesso al bonus che gli spetta secondo il Decreto Agosto.
11 novembre 2020
Al Presidente INPS
PASQUALE TRIDICO
Al Direttore INPS
GABRIELLA DI MICHELE
Via Ciro il Grande, 21 – 00144 ROMA
Egregio Presidente, Gentile Direttrice,
con la presente scriviamo a nome dei tanti operatori dello spettacolo che hanno aderito all’iniziativa #nessunoescluso, che ha superato le 50.000 firme, perché vengano risolte le ingiustizie che fanno sì che i lavoratori del settore non abbiano accesso all’indennità onnicomprensiva che gli spetta per il Decreto Agosto.
Con la circolare125 del 28/10/2020 l’INPSha fornito istruzioni su come fare domanda per richiedere l’indennità onnicomprensiva di 1.000 € introdotta dal Decreto “Agosto” D.L. 104 del 15 agosto.
L’indennità è finalizzata al sostegno di alcune categorie di lavoratori in attività lavorative sono state colpite dall’emergenza epidemiologica da COVID-19, inclusi i lavoratori dello spettacolo e intermittenti, ma il percepimento viene escluso a molti lavoratori per le cause descritte di seguito.
Il Decreto Agosto ancora una volta esclude dall’assegno i lavoratori dello spettacolo con un rapporto di lavoro alla data di pubblicazione del decreto, senza specificare che questo lavoro deve essere a tempo indeterminato. Così come il D.L. 18/20 Cura Italia escludeva chi aveva un contratto dipendente in essere al 17 marzo, con Decreto Agosto resta escluso chi aveva un contratto subordinato in essere il 15 agosto, penalizzando anche chi ha avuto solo 1 giorno di lavoro il giorno di Ferragosto.
Il legislatore – che in sede di conversione del D.L. 34 art. 84 c. 8 lettera b) – aveva riconosciuto agli intermittenti dello spettacolo gli stessi requisiti dei colleghi con altro contratto di lavoro, in questo decreto limita il bonus a chi ha almeno 30 giornate (e non almeno sette) e soprattutto discrimina coloro che nel 2019 hanno avuto contratti dello spettacolo ma non intermittenti.